Mi è risuonato nel cuore il grido
di mia nonna:
“nanu vè a mangià, l’è pront” (piccolo tesoro vieni a mangiare, è pronto).
E ancora ho rivisto tante spose e madri,
che, negli anni della mia giovinezza,
urlavano nei cortili e nei campi ai loro:
“lè mesdì ‘gni a cà, ghè da disnà” (è mezzodì, venite a casa, c’è da pranzare).
Proprio così, i nostri vecchi, conoscevano il Vangelo così:
vangelo di vita, forma vitæ.
Mi commuove il Risorto,
che, dopo il faticoso lavoro dei discepoli,
come una madre generosa fa trovare pronto il pranzo.
Tutto è preparato, pane e pesce,
ma ne chiede ancora un po’:
sempre il Signore mi chiede di aiutarLo
a servire l’umanità affamata.
Affamata di cibo, affamata di umanità.
Affamata di Lui.
È il Signore!
È Dio madre.
venerdì fra l’ottava di Pasqua