Il padrone
investe sulla sagacia
dei servi:
consegna il tutto
che egli ha.
Non trattiene nulla
di ciò che ha creato.
Il suo tutto
è dato
senza riserve.
Ho avuto paura:
arriva prima l’inutile sentimento
che la gioia del dimorare
nella creatività d’amare.
Signore,
so che sei un uomo duro,
che mieti dove non hai seminato
e raccogli dove non hai sparso
L’ologramma
del dio delle religioni,
onnipotente nel punire,
conosciuto –so–
per la cattiva “catechesi” operata
da maldestri operatori di ingiustizia,
prevale sulla gratuità
della condizione
di discepoli dei servi.
Chi investe
nel raddoppiare
i talenti
conosce il cuore di Dio.
Senza misura
tutto è dato.
La paura
di Dio manifesta
la paura dell’altro uomo.
Non avrò paura
se darò me stesso.
Avrò dato Dio.
santa monica
sabato XXI tempo ordinario
dmc 27.08.2022
Alleluia, alleluia.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. (Gv 13,34)
Alleluia.
Vangelo
Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 25,14-30
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».
Parola del Signore.