Giustizia eccedente indicata dal Maestro. Se la vostra giustizia non supererà infatti non sarete discepoli.
Una giustizia che non cancella le norme sedimentate nei secoli di civiltà, un solo iota o un solo trattino non passerà, non abolire Legge e Profeti, ma che completa lo sguardo di misericordia, che ogni uomo può realizzare. Un sogno. Una realtà in Cristo.
Non una giustizia frettolosa e rancorosa costruirà il regno dei cieli. Quand’anche fosse vera nella norma e nella procedura, ucciderà il fratello. La pazienza di chi sa conoscere nell’altro le ragioni della stoltezza, della vacuità, del “cervello vuoto” (così stupido significa in ebraico), della sua pazzia (sempre in ebraico si potrebbe dire: stare contro Dio, essere empio) sarà sale della terra e luce del mondo. Pazienza gustosa e illuminata fino a rendere il pazzo cercatore di Dio perché avrà scoperto di essere stato cercato prima da lui.
Giustizia eccedente perché egli ci ha amati per primo (1Gv 4,19), mi ha cercato nei gesti e nelle cure di una fedeltà non adultera e non adulterata. Intossicata dall’egoismo e dalla mala educazione a pretendere il tutto per me. Compreso il possesso dell’altra. Desiderio strabico. Desideri accecati che impediscono di vedere le stelle. Di vedere la giustizia eccedente.
Liberarsi da un affrettato giudizio senza conoscere il contenuto della vita dell’altro: quand’anche omicida. E tu fratello ti conosci? E io stesso mi conosco fino nelle pieghe più buie del mio essere peccatore, che all’occorrenza divento forte con i deboli e debole con i forti? Che più volte al giorno giuro di dire verità e nel contempo non conosco il comandamento nuovo di non giurare affatto?
Gesù ai discepoli che vogliono vivere l’esperienza del regno offre il “se infatti”. Prova grande della fede che ha chi ha davanti a sé la verità della cura del fratello prima che la cura della verità. Gesù mi parla di fraternità e io guardo la metodologia rigorosa del ragionamento. Gesù dice fratello ed io studio gli errori di quest’ultimo: allontano da me la comunione, allontano il fratello e lo chiamo stupido. Lo chiamo pazzo. Non mi prendo cura di lui. Sono adultero nella relazione di fraternità.
Annullo il vangelo.
“Non cercare in un viso la ragione/In un nome la passione che lontano ora mi fa/Vedi cara è difficile spiegare/È difficile capire se non hai capito già/Tu sei molto, anche se non sei abbastanza/E non vedi la distanza che è fra i miei pensieri e i tuoi/Tu sei tutto, ma quel tutto è ancora poco” (Guccini).
Giustizia eccedente che trasfigura l’essere pensante in essere amante. Non basta applicare i “non” è necessario superarli. Supererà l’amare ogni colpa, ogni tradimento. Nel peccato mi ha concepito mia madre (Sal 51,7) e Tu già Signore mi formavi nel seno di mia madre (Is 44,2): il tuo amore, il tuo amare è giocato d’anticipo.
Già dal grembo tu vedi in me il buio e la luce che sarò e mi chiamerai comunque sempre figlio. La tua giustizia ha superato la mia nullità, mi ha dato il senso del convivere con il tempo presente dicendo fratello a chiunque incontrerò. Ma io mi renderò credente credibile superando la ingiustizia dei giusti?
VI domenica del tempo ordinario
12.02.2023
Alleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato
i misteri del Regno. (Cf. Mt 11,25)
Alleluia.
Vangelo
Così fu detto agli antichi; ma io vi dico.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5, 17-37
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».
Parola del Signore.