lo lasciarono e se ne andarono

Gesù denuncia apertamente (sarà la causa scatenante da lì poco del suo arresto, processo e condanna) la cattiveria dei capi.
Con una parabola dice che la potenza dell’usurpazione struttura il male in sé stessi, nella comunità e nei poveri servi (lavoratori).
Si uccide per aver denaro, potere, per avere eredità.
Si è male per avere morte. Non si è bene per essere vita.
Ma il padrone caparbio, tenace, cercatore dell’uomo e del bene per quest’ultimo, il raccolto della sua vigna che sempre condivide in sovrabbondanza come alle nozze di Cana (cfr. Gv 2, 1-11), continua a mandare i suoi indiana jones.
Continua ad inviare mandati-apostoli che annuncino che ciò che la vigna-mondo produce è per il bene comune, è per sfamare di fame e di senso l’umanità.
Inviò per ultimo suo figlio perché vivesse e visse la comunione con l’uomo, fino alla fine.
Ma ai capi dei sacerdoti, agli scribi e agli anziani interessa solo
la torre (palazzo del potere),
il torchio (strumento dell’oppressione),
la vigna (gestione dei beni sottratti alla comunità),
l’affitto non corrisposto (evasione fiscale):
la loro visione è completamente distorta rispetto al dono di Dio per il creato.
Lo lasciarono e se ne andarono, Gesù insiste a comprendere che la strada intrapresa del male fa male i semplici lo capiscono, ai capi dei sacerdoti, agli scribi e agli anziani non interessa, preferiscono uccidere.
Oggi ancora il Figlio risorto viene a dirmi la parabola e interpellandomi nel profondo mi sussurra: sono venuto a ritirare la parte del raccolto della vigna, quella da ridistribuire ai poveri, me la consegni?
Lo lascio e me ne vado?
O senza uccidere la mia umanità, risorgendo dalla mia bestialità, gli do la parte che gli spetta, la mia vita perché la usi per far vivere amore?

s. bonifacio
lunedì IX del tempo ordinario
05.06.2023

Dal Vangelo secondo Marco 12,1-12
 
In quel tempo, Gesù si mise a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti, agli scribi e agli anziani]:
«Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero.
Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra”. Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.
Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. Non avete letto questa Scrittura: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”?».
E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.

Parola del Signore.