rimane in me e io in lui

“Il dono cruento che Cristo stava per offrire all’umanità” (s. Paolo VI) è carne per la vita del mondo: ripetuto otto volte (due volte quattro, che secondo la numerologia biblica rappresenta l’universo creato) per dirci che l’universo si è raddoppiato per l’amore di Dio per l’umanità.

Mangiare, masticare, triturare la carne di Dio per nutrirsi di comunione con il sangue e con il corpo di Cristo (s. Paolo seconda lettura), nel senso di divenire vita di comunione noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane. Vita eucaristica, che ringrazia per imparare a stare con i diversi da sé.

Lo si impara, innanzitutto, ricordano i Padri della Chiesa e lo ricorda il Concilio Vaticano II, facendo comunione alla duplice mensa della Parola, Verbo eterno che si è fatto carne (prologo di Gv), e del corpo e sangue.

Scegliere per particolari e personalistiche devozioni di privilegiare una mensa piuttosto che un’altra, forse, è come non voler fare la volontà del Padre. Accentuando o solo l’ascolto o solo la comunione eucaristica, “per prendere messa … per non doversi confessare per aver perso messa … “, forse è come scegliere di sé ma senza Dio.

Esasperare le posizioni e i diversi “credo”, che ahimè sempre ci sono stati nella Chiesa, nonostante Paolo abbia annunciato diversamente, abbiamo già visto nella lettera ai Corinzi, come anche continuano per le sensibilità più o meno tradizionalistiche e/o progressiste, è negare de facto la comunione. Morire invece di vivere la vita eterna.

La carne corpo del Verbo ci è donata per costruire comunione. Tra diversi, tra differenti, tra eterogenei, tra malati, tra peccatori, tra poveri mendicanti di senso e di amore.

La carne per la vita eterna ci è donata per fare esperienza qui e ora del modo, del metodo, della prassi di Dio per vivere la vita terrena: qui ed ora appunto. Come Gesù, corpo della carne del Verbo, ha vissuto. Uomo per l’uomo (Gaudium et spes 22).

La vita eterna adesso. Mangiare carne di Dio obbedendo al suo Verbo, la sua Parola che indica il metodo, per attraversare nella gioia la via per e della vita. La vita eterna adesso. Bere adesso vitamine che scorrono nel sangue di Cristo.

La vita eterna adesso per chi rimane in me e io in lui, gustate e vedete com’è buono il Signore (Sal 34,9) che si fa mangiare dall’uomo (?!) per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame (Sal 33,19).

La vita eterna adesso per chi rimane in me e io in lui, per chi affamato e assetato di senso mangia e beve la bontà gustosa del bene, costui/costei sempre metterà in comunione la famiglia umana; chi non mangiando e bevendo la bontà gustosa del bene mangia e beve le tossine che fanno morire, uccidendo sé stesso e la famiglia umana.

La manna mangiata nel deserto, che era sì dono di Dio ma usato solo per arrestare le grinfie della fame, ha fatto morire. Tossine dell’egoismo che non traducono il dono in un’esperienza di condivisione, di comunione: rimane in me e io in lui.

Rimane in me e io in lui chi nella gioia dell’amare sfama e disseta di Vangelo il mondo. Gioia eterna adesso. Vita eterna adesso. Universo raddoppiato. “Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare” (G. Leopardi).

santissimo corpo e sangue di cristo (a)
solennità
II domenica dopo pentecoste
11.06.2023


SEQUENZA
Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini, vero pane dei figli: non dev’essere gettato.

Con i simboli è annunziato, in Isacco dato a morte, nell’agnello della Pasqua, nella manna data ai padri.

Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi: nutrici e difendici, portaci ai beni eterni nella terra dei viventi.

Tu che tutto sai e puoi ,che ci nutri sulla terra, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo nella gioia dei tuoi santi.


Alleluia, alleluia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
Alleluia.

Vangelo
La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.

Dal Vangelo secondo Giovanni 6, 51-58
 
In quel tempo, Gesù disse alla folla: 
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Parola del Signore.