Finiti gli idilli, già di per sé ambigui nella loro comprensione, infatti gli apostoli e discepoli seguirono Gesù per ciò che aveva detto e fatto, nell’illusoria certezza di marciare per la conquista d’Israele con un potere “acquisito” taumaturgico e politico.
Niente e nessuno fermerà i chiamati.
Ed ecco avvenne nel mare un grande sconvolgimento: la natura sembra opporsi alla sfide di conquista.
La barca, che solcava il mare di Galilea per cominciare l’equivoca l’espansione militaresca, era coperta dalle onde: la immatura decisione di sequela, si trova inaspettatamente -accade- coperta dalla fine.
Il navigare per conquistare è conquistato dalla fine: siamo perduti.
Allora il grido oshannah –salvaci Signore-, la paura chiede la salvezza.
Gesù dorme, Gesù come un feto nel grembo della madre, senza paura, attende nella fede l’epifania della vita.
Lui che è la Vita sa attendere nelle tribolazioni, nelle crisi, nella croce, la potenza salvatrice.
Fede primordiale, archetipa del confidare nell’amore che sosta, so-stare (saper stare), anche sotto la coperta delle onde.
Gente di poca fede, forse (in)fondata solo sulla ricerca del benessere e non nel so-stare nella fragilità, nei vulnus del limite umano. E Jeshua –Dio salva– me lo ricorda mentre è lì con me.
Donami Signore la pienezza colma della fede: accogliere la vita mentre la barca sta per cedere.
Tempo di speranza, intervallo di verità.
martedì
XIII del tempo ordinario
04.07.2023
Dal Vangelo secondo Matteo 8,23-27
In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva.
Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.
Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».
Parola del Signore.