venuto nella sua patria

La patria di Gesù, casa famigliare, intimità materna e paterna, dimora degli affetti, diviene il luogo del pregiudizio, della chiusura, del rifiuto.
Non basta conoscere nella storia personale e nelle funzioni figlio del falegname, necessario è capovolgere il reale e guardarlo con gli occhi della conversione: un uomo è un profeta, colui il quale sa stare al cospetto del nuovo che accade, dell’alba nuova che sorge dopo una notte di abitudini e disagi.
Profeta colui che scorge nel gesto di una cura il prodigio grande dell’azione creativa dello Spirito.
Oppure è polemica, è casta che si trincera dentro le norme che uccidono ogni brezza di Spirito.
Fede ed incredulità si sono affrontate in un prodigioso duello.
Vedo l’incontro e accolgo. Vedo Dio.



s. giovanni maria vianney
venerdì XVII del tempo ordinario
04.08.2023

Dal Vangelo secondo Matteo 13,54-58
 
In quel tempo Gesù venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Parola del Signore.