donna grande è la tua fede

All’estero, tra pagani ed infedeli. Oltre i confini della giurisdizione e della legge (maschile ed etnica), Gesù va.

Dall’indifferenza, se non addirittura dall’intolleranza iniziale, Gesù ci accompagna in un percorso, quanto mai attuale, di riconoscimento del valore non negoziabile dell’incontro con la persona, qualsiasi essa sia, maschio o femmina, giudea o pagana, schiava o libera (cfr. Gal 3,28). 

Un percorso culturale e spirituale di universalizzazione della salvezza che trasfigura l’altro in figlio-figlia di Dio. Un incontro che si trasforma in dialogo curante che guarisce ogni divisione e libera da ogni demonio.

Una donna Cananea, straniera senza nome, ma con il sigillo della maternità grida, urla, implora la pietà per la figlia tormentata

Che ci va a fare Gesù oltre i confini visto che è stato mandato se non alle pecore perdute d’Israele?

Che ci va a fare Gesù oltre i confini con i discepoli, sempre pronti quest’ultimi a eliminare fastidi e brutte figure (come a Gerico con il cieco, come quando i bambini corrono da lui)? 

Che ci va fare Gesù oltre i confini con i discepoli che seppur non frequentano assiduamente e devotamente il tempio e la sinagoga, mangiano spighe di sabato, fanno fatica a condividere comunione e potere, pretendono invece di far tacere gli stranieri perché fastidiosi? 

Meravigliosa pedagogia del Maestro. Lui va per farmi vedere, a me discepolo di poca e piccola fede, che la verità del credere la si impara nell’accadere degli incontri ed ecco: fortuiti a volte come l’adultera al tempio, come la samaritana al pozzo e mentre si intesse un dialogo serrato ed onesto non è bene si rivela la fede che ogni creatura ha. Dogmatica dell’accadere la vita.

Signore aiutami, la donna sconosciuta nel nome, ma conosciuta nella sua prodigalità, straniera e pagana, di fatto conosce già il Signore della vita. E glielo grida.

Gesù vorrebbe una tavola con del pane spezzato e condiviso, a lei bastano delle briciole a terra per sentirsi amata, confortata, consolata, aiutata. Chi davvero, pur definendosi cristiano saprebbe accettare una tale umiliazione ed essere discepolo di così nobile umiltà?

Donna grande è la tua fede. E i discepoli impararono cosa significhi misericordia io voglio e non sacrifici (Os 6,6).

“La fede in un Assoluto – se non è fanatismo – comporta la ricerca, la lotta, la testardaggine e la resa. È desiderio di pienezza che non lascia posto al rancore e alla meschinità. È la casa degli uomini e delle donne inquiete (inquietum cor nostrum). Ben vengano tutte le figure che risvegliano domande e aprono orizzonti perché l’obbedienza della fede sia il frutto di un assenso profondo a Cristo, dopo avergli chiesto conto e ragione” (A. Spadaro)





XX domenica del tempo ordinario (a)
s. bernardo di chiaravalle

20.08.2023

Dal Vangelo secondo Matteo 15,21-28
 
In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne.
Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». “È vero, Signore”, disse la donna, “eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”.
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

Parola del Signore.