La vigna è la vita che ad ogni creatura è data, per dono misterioso, di vivere nella dignità.
Qualcuno non vuole, non vuole riconoscere, seppur definendosi cristiano, il diritto universale alla vita di dignità, il lavoro ed il suo salario.
Qualcuno non ti prende nella dignità; qualcuno non ti prende nei (non) suoi spazi geopolitici pensandosi proprietario della vigna; qualcuno non ti prende perché ti pensa in ritardo sulla sua cultura o addirittura virus di corruzione; qualcuno non ti prende perché maschio o femmina o bambino; qualcuno (troppi) si pensa dio.
Ma il vero Dio, Signore e datore di Vita dice andate anche voi nella vigna.
Nessun uomo può violare questo ordine…
“Ho le mani legate, ma preferisco infinitamente questa condizione, piuttosto di vedere la mia volontà incatenata” scriveva il b. F. Jagerstatter mentre era in campo di concentramento nazista, opponendosi ad una menzogna.
s. rosa da lima
mercoledì XX del tempo ordinario
23.08.2023
Dal Vangelo secondo Matteo 20,1-16
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Parola del Signore.