Domanda, incalzante e scomoda. Ai discepoli è chiesto di spogliarsi di tutti i formalismi e di manifestare una risposta coerente e vitale. Come quando gli innamorati si chiedono “ma quanto conto per te ” e rispondono “tutto”. Chi sono per voi? Chi sono per te? Cosa dici di me?
Gesù, al solito, tira dei brutti scherzi, di ritorno dal giro all’estero, dove si è convertito alla fede di una donna pagana ed ha indicato ai discepoli l’ampiezza universale della nuova fede, ora rientra nei territori della sua patria, Cesarea di Filippo, una città sui generis, lontana del tempio di Gerusalemme, amministrata da una corte corrotta, con altari dedicati all’imperatore Cesare Augusto ed a divinità pagane, famosa per i balli della capre (raffiguranti il dio Pan), insomma un luogo ove tutto e il contrario di tutto dicono della religiosità vissuta nella falsità, nell’ambiguità, nella confusione, nelle maschere.
E qui Gesù chiede cosa valgo per lui, chi è per me lui. Da un’altra parte del vangelo, già preammoniva che chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me (Mt 10, 37) a sottolineare che la ricerca del volto di Dio potrebbe stare nelle relazioni vissute in pienezza. Tu sei. Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.
Pietro al solito risponde a nome di tutti e con immediatezza, al punto che Gesù, pur congratulandosi con lui e riconoscendogli una beatitudine, gli dice che però quella non è farina del suo sacco: è dono del Padre, dono teologico, dono a servizio del donare. Pietro faticherà a capire che il Figlio del Dio vivente morirà, per dono.
Pietro, kefà-piccola pietruzza che, unita ad altre, serve ad edificare il corpo mistico di Cristo, l’umanità pacificata e sorella. Pietro piccola pietruzza e non la pietra d’angolo che i costruttori hanno scartato (Sal 118,22) che invece è la fondativa, è il Cristo.
Pietro tarda a capire questo dono, troppe volte si ringalluzzisce, si vanta, si propone guardiano solerte ed armato alla difesa del Figlio del Dio vivente. Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai (Mt 16,22) dirà appena usciti da Cesarea. Invece Gesù gli indica chiaramente che, per comprendere questo dono, servono anni di umiltà alla ricerca appunto dei volti dell’umanità, dei piedi sporchi da lavare inginocchiati, dei poveri da sfamare di cura e di cure. Servono anni di servizio nel vedere che la croce è stata è e sarà scienza.
Pietro, piccola pietruzza, mattoncino Lego, vale e varrà quando legherà a Cristo l’umanità che avrà incontrato e servito e la scioglierà da ogni fardello idolatricamente pagano: legherai, farai dono della tua vita Pietro e con te la Chiesa dei discepoli credenti, quando, dopo a servito l’ogni (persona nelle sue infinite e differenti situazioni di vita e di sesso e di età e di censo e di cultura e di religione e di…) lo saprai (sapere dell’amore crocifisso) legare, intimamente e con la sua sola coscienza, a Cristo, lui solo; scioglierai, farai dono della tua vita Pietro e con te la Chiesa dei discepoli credenti, quando ogni uomo e ogni donna, che avrai legato di passione a Cristo, la saprai abbandonare a Cristo, lui solo.
“…Non ti chiederò di ringraziarmi per tutto quello che faccio per te, né che ti preoccupi per me quando i miei animi sono a terra, e ovviamente, non ti chiederò di appoggiarmi nelle mie decisioni. Non ti chiederò nemmeno di ascoltarmi quando ho mille storie da raccontarti. Non ti chiederò di fare niente, nemmeno di stare al mio fianco per sempre. Perché se devo chiedertelo, non lo voglio più.” (Frida Kahlo)
XXI domenica del tempo ordinario (a)
27.08.2023
Dal Vangelo secondo Matteo 16,13-20
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Parola del Signore.