Una parola, la sua parola che ha autorità perché parla oltre le regole i meccanismi i cerimoniali dell’apparato che esclude. La sua parola che parla agli esclusi è la sua parola che ha in sé l’autorità divina che tutto crea perché è buono, che crea l’umano perché è molto buono. La sua parola creatrice che ha autorità nell’azzittire la parola dell’odio taci e di rendere l’odioso demonio incapace di fare alcun male. La sua parola che ha autorità nell’agire dentro e fuori il sabato della legge, dentro e fuori la sinagoga del privilegio maschile. La sua parola che inocula a tutti (visione universalistica della salvezza) l’amare presi da timore (amore che rispetta la vulnerabilità, la fragilità, il limite, la gradualità, i passaggi, le cadute, i dubbi, le incertezze, le piccole fedi, le resurrezioni) per imparare ad amare meravigliandosi di come Dio ama.
s. teresa di calcutta
martedì XXII tempo ordinario
05.09.2023
Dal Vangelo secondo Luca 4,31-37
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.
Parola del Signore.