l’avete fatto a me

“Dov’è Abele, tuo fratello?”. Egli rispose: “Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?” Riprese: “Che hai fatto?(Gn4,9-10). La domanda delle domande che attraversa i secoli. La domanda delle domande che, alla risposta di vita e non di morte, fa trovare il bandolo della matassa: prendersi cura del fratello è prendersi cura di Dio. Quello che cerchiamo nei monumenti, nei templi, nelle preghiere, nelle utopie, nelle ideologie lo troviamo direttamente, immediatamente (senza mediazione culturale, né ritualistica) nel fratello più piccolo: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. “L’aver fatto” amore, semplicemente per passione verso le creature, quelle fragili, quelle vulnerabili, quelle in carne e ossa è aver amato Dio, è essersi presi cura di Dio, l’avete fatto a me. Come se la preghiera, unica e vera fosse la cura della carne di Dio. La carne di Gesù. Vangelo per me che cerco Dio. Vangelo, buona notizia perenne, per te fratello e sorella che cerchi senso alla vita. La carne di Gesù che vive nei fratelli più piccoli è il Dio degli dei. Lui Gesù si incarna dove le potenze non lo cercherebbero mai. Lui che ha scelto il meno per essere l’onnipotente. Lui che ha scelto un grembo di una donna sconosciuta per rinnovare il creato. Lui che ha scelto una grotta buia per essere luce delle genti. Lui che ha scelto l’inginocchiarsi per essere l’elevato. Lui che ha scelto il servire per regnare. Lui che ha scelto il toccare l’impuro per essere purezza. Lui che ha scelto la nudità per essere solenne. Lui che ha scelto la carne che muore per essere vita eterna. Lui che ha scelto la fame e la sete per dare pane vivo e acqua zampillante. Lui che ha scelto gli ultimi per essere con loro il primo. Lui che ha scelto l’ignominia del carcere per l’ingiustizia umana per trionfare nel perdono, spaccando le catene e i cancelli dell’odio e della vendetta. L’avete fatto a me: distante dalla prassi questa identificazione di Gesù con i più piccoli? Teologia dell’essere. Senza contezza, sfamare Dio, dissetare dio, accasare Dio, vestire dio, guarire Dio, visitare Dio. Insomma toccare Dio perché lui ha scelto la carne per vivere tra noi, nel tempo dell’esistenza di ogni uomo e di ogni donna. Quelli di adesso. Quanto profonda l’esperienza mistica di Etty Hillesum che nel campo di concentramento riesce a dire e a fare “E se Dio non mi aiuterà più, allora sarò io ad aiutare Dio. Su tutta la superficie terrestre si sta estendendo pian piano un unico, grande campo di prigionia e non ci sarà quasi più nessuno che potrà rimanerne fuori.” Dio personale nel carne del fratello più piccolo finanche un nazista(?!) non Dio delle sinagoghe o delle chiese, né Dio dei credenti che si distinguono dai non-credenti.
Dio-fratello non sa di eresie, di crociate, degli indicibili orrori dell’Inquisizione, di Riforma e Controriforma. Dio-fratello non sa di terrorismo di massa motivato in termini religiosi. Dio-fratello persona a me prossima, più prossima, privo di teologia e di dogmi, distaccato dalla storia, si direbbe Historie storia di fatti dei potenti, mentre è storia Geschichte, storia incarnata, quella della mia esistenza e della tua esistenza; forse anche per questo, è e rimane il Dio-fratello misericordioso e “impotente”. Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno: la condanna autoinfertaci, fin dalla fondazione del mondo quando il Caino che è in me ha voluto uccidere l’Abele a me prossimo. Non si tratta di inferno dopo la morte, ma di quel supplizio eterno che già qui ed ora come ramingo vivo perché non mi accorgo che accanto a me c’è Dio: il fratello più piccolo.  



XXXIV domenica del tempo ordinario (a)
nostro signore gesù cristo re
dell’universo
26.11.2023

Dal Vangelo secondo Matteo 25,31-46
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Parola del Signore.