Due volteil Signore ci ripete in questi cinque versetti: non sapete quando è il momento, ci chiede di fidarci che comunque lui tornerà, senza indagare oracoli, senza interrogare aruspici, sibille, maghi e madonne postine. Lui lo dice alla vigilia dell’ora solenne, l’ora della sua consegna fino alla morte. Chiede ai suoi discepoli di fidarsi. Che coraggio per lui fidarsi di uomini e donne che si addormentano davanti alla prima difficoltà. Che coraggio per noi fidarci dell’amore, senza indagare, senza spiare. Non sapete quando è il momento e ci conferma che siamo “solo” il frutto di un amore illimitato, anche quando è notte, tutta la notte alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, “noi siamo oggetto da parte di Dio di un amore intramontabile. Dio ha sempre gli occhi aperti su di noi, anche quando ci sembra ci sia notte” (papa Giovanni Paolo I) e verrà. Ritornerà. Quanto tempo perdiamo a scusarci per non aver partecipato ad una messa, a confessare di aver “perso” una messa, “non basta venire a messa la domenica, non basta chiamarsi cattolici, non basta portare il bambino a battezzare. Non bastano le apparenze, Dio non si appaga delle apparenze. Dio vuole il vestito della giustizia. Dio vuole i suoi cristiani rivestiti di amore” (s. Oscar Romero), ed invece di fatto ci addormentiamo davanti all’amore che ci interpella. Non sapete quando è il momento che tornerà la gloria, ma intanto vivi la gloria della tua umanità, cura e prenditi cura dell’altro, del prossimo: sarai sempre sveglio, non ti addormenterai mentre ami. Ireneo di Lione diceva gloria Dei homo vivens, la gloria di Dio è l’uomo che vive e vivendo si accorge, è vigile, è sveglio, è desto, fa attenzione a chi gli vive intorno, fin a tutto il creato come ha vissuto e creduto Francesco d’Assisi e con lui tutti e tutte coloro che, squarciando i cieli perché lui scendesse ed è sceso, hanno vissuto la nostra condizione umana come gloria, come regno dei cieli. Profeti e profetesse, uomini e donne, che hanno guardato il mondo con gli occhi puri, si sono stropicciati gli occhi come Bernadette Soubirous e non hanno condannato, giudicato, diviso, allontanato. Lo sguardo di Dio sul peccato: Dio cura non uccide. Uomini e donne che si sono addormentati nel sonno della naturale fisiologia umana, ma le loro palpebre non si sono appesantite e chiuse davanti al male. Hanno lottato, stropicciandosi gli occhi, hanno saputo vedere il reale attorno a sé ed amarlo. Perché io mi addormento? Perché non mi fido che nella notte, a qualsiasi ora, lui tornerà a dirmi: fai attenzione perché ti sto chiedendo aiuto? Nella notte verrà nudo, bambino, povero, indifeso, bisognoso di ogni cura. I pastori se ne accorgeranno, vegliando nei loro desideri di vedere le stelle hanno saputo vedere la stella: l’altro. Perché ancora mi addormento?
I domenica di avvento (b)
03.12.2023
Dal Vangelo secondo Marco 13,33-37
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Parola del Signore.
