in Spirito Santo

La silenziosa parola di Dio, parola creatrice dell’universo nel silenzio eterno, la parola prima e primordiale che disse sia la luce, cioè chiamò all’esistenza, oggi questa parola, se stessa lui (lei), manifesta la sua genitorialità dicendo: tu sei mio figlio. Figliolanza creatrice. Il mio figlio l’amato: figliolanza creativa nell’amare. Nello Spirito Santo. Finalmente non più il Dio, voce dei profeti, che parla “come un padre” ma il padre che mi crea figlio e mi dice: tu sei il mio figlio del mio intimo: Spirito Santo. Noi siamo il figlio, la figlia, nello Spirito Santo del padre creatore. Storicamente avvenne nel Giordano dove Giovanni battezzava, in quel rigolo d’acqua si immerse (significato di battesimo) l’uomo-Gesù di Nazaret; si immerse nascosto tra la folla, uomo semplice in mezzo ad un’umanità affamata di libertà. Il creatore-figliotutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste scrive Giovanni nel vangelo (cfr Col, 1Cor, Eb), ebbene il creatore-figlio naufragò, si inabissò dentro ad un torrente fangoso per scendere fino alla condizione di umana creatura rendendola Spirito Santo. Del resto lo fece già quando, sempre dagli spazi “celati”, si inabissò nel grembo (utero) della vergine Maria. Gesù, il Signore, si manifestò e si manifesta sempre e solo nella gloria di un abbassamento, nella potenza di un annientamento, nella pienezza di uno svuotamento. Scendere fino in fondo nella miseria umana per renderla gloria divina in Spirito Santo. Tale è il nostro Dio: il Dio piccolo ed immerso. Immerso nella folla -umanità senza identità-, immerso nelle colpe e nei peccati della cattiveria umana -rimanendo eterno bene- per far risorgere (riscattare) l’umana follia. Uscendo dall’acqua (risorgere), subito,avverbio caro a Marco, cioè dopo essersi immerso nelle acque melmose esce per far risplendere il volto di chi è somigliante a lui: la persona umana. “Davanti a Dio resto un essere umano e vengo accettato. Davanti a lui sono solo quello che sono -non importa se più o meno bello, intelligente, sano, efficiente-, rimango prezioso, importante, vengo accettato” (H. Küng). Il cielo si fa voce, il cielo parla e dice: questi è il mio figlio, l’amato. Il materno padre lo ama e lo “rigenera” perché conosce nel figlio la vera e unica e primogenita solidarietà con tutto ciò che esiste (1Cor 8,6) e di tutto questo che esiste oggi, proprio adesso, la cosa “la più bella” (Gen 1,31) il maschio e la femmina: la sua vera icona, plasmata da e in Spirito Santo. Se imparassimo… D. Milani “ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia.” (da lettera ad una professoressa): Gesù ed il suo vangelo sono l’incarnazione vivente di chi vuol essere persona prossima ad ogni diversità, limite, peccato e trasfigurarlo, senza ergersi a giudice. Se imparassimo…Entrare nell’acqua, battezzarsi nel mistero dell’uomo -essere solidali con le folle malate- ed uscire dall’acqua subito -ritornare alla luce della democratica convivenza- direbbe s. Giovanni Paolo II “alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!” (omelia di inizio pontificato domenica 22.10.1978). Questa è la compiacenza di Dio padre per il Figlio amato: lo Spirito Santo, che è l’Amore, donato per amore -lui è l’amore- ad ogni persona tra la folla. Questa è la compiacenza di Dio trinità: saper prendere coscienza che questo urlo dal cielo –tu sei l’amato– è dato nella fede ad ogni figlio/figlia che sa compiacersi dell’umano. E lo accoglie. E lo cura. E lo ama. Nella sua infinita unicità di diversi. La diversità della persona umana l’unica icona del Dio vivente. 

battesimo del signore (b)
domenica
07.01.2024

Dal Vangelo secondo Marco  Mc 1,7-11
 
In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Parola del Signore.