Verrebbe subito da dire fino a quando ognuno non apra la porta del seccato cuore. Incertezza per infedeltà, per una malata relazione con la fede alla dignità dell’altro. Chiunque sia. Uomo o donna, greco o giudeo, schiavo o libero, circonciso o incirconciso, ateo o devoto. Molti preferirono condannare prima di amare. Giudicare prima di condividere. Trattenere principi prima di elargire gratuità. La vita eterna possesso di fedeltà.
martedì IV di pasqua
23.04.2024 s. giorgio
Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 10,22-30
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Parola del Signore