Ostinato e impenitente nella pedagogia della misericordia, Gesù ripete la necessità dello spogliarsi delle certezze e degli agi e delle familiarità e dei possessi. Nulla trattenere se non il cuore libero. Avere l’essere. Ultimità nell’apparire primazia della verità.
“Ad una Vergine sposa di un uomo di nome Giuseppe (Lc 1, 27). Chi è questa Vergine così venerabile da essere salutata da un Angelo, e così umile da essere sposa di un falegname? Bel connubio della verginità con l’umiltà; molto piace a Dio quell’anima in cui l’umiltà dà pregio alla verginità, e la verginità adorna l’umiltà. Ma di quanta venerazione pensi che sia degna colei nella quale l’umiltà è esaltata dalla fecondità, e la maternità consacra la verginità? La senti proclamare vergine, la senti umile; se non puoi imitare la verginità dell’umile, imita l’umiltà della vergine. È virtù lodevole la verginità, ma è più necessaria l’umiltà. La prima è consigliata, l’altra è comandata. Alla prima sei invitato, alla seconda sei obbligato. Della verginità è detto: Chi può comprendere, comprenda» (Mt 19, 12); dell’umiltà è detto: Se non diventerete come questo bambino non entrerete nel regno dei cieli (Mt 18, 3); alla prima è promessa una ricompensa, la seconda è di stretta necessità. Insomma, puoi salvarti senza verginità; senza umiltà non lo puoi. Può, dico, piacere l’umiltà che rimpiange la verginità perduta; ma senza umiltà oso dire che neppure la verginità di Maria sarebbe stata gradita a Dio: Su chi, dice, si poserà il mio Spirito, se non sull’umile e compunto di cuore? (Is 66, 2). Sull’umile, ha detto, non sul vergine. Se dunque Maria non fosse stata umile, non sarebbe disceso in lei lo Spirito Santo. E se non fosse disceso in lei lo Spirito Santo, neppure avrebbe concepito per opera di Lui. Come infatti avrebbe concepito da Lui senza di Lui? È dunque chiaro che, perché essa concepisse per opera dello Spirito Santo, Dio, come essa confessa, ha riguardato l’umiltà della sua serva (Lc 1, 48), piuttosto che la sua verginità, concepì però per la sua umiltà. Anzi, è chiaro anche che se la verginità piacque, certamente fu in vista della sua umiltà.” (S. Bernardo, Lodi a Maria)
martedì XX t.o.
20.08.2024
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 19,23-30
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».
Parola del Signore