sdegno

Torna Gesù nella sua città, dove lo hanno visto crescere in età sapienza e grazia. Non basta. Lui ha lo stigma di essere operaio, figlio di artigiano. La funzione annulla la personalità. Lui ha già guarito, salvato e ora annuncia che questo è un anno di grazia per tutti: anche per gli stranieri e i pagani. Così avevano già fatto Elia ed Eliseo. No a Nazareth no. Tu non puoi perché ti conosciamo, sappiamo chi sei, la nostra idea e conoscenza di te e del tuo passato preclude ogni novità dello Spirito. Vattene Dio preferiamo il nostro sdegno alla tua pace, eleggiamo il nostro sdegno a signore della nostra (in)giusta intolleranza, scegliamo lo sdegno che renda l’odio la nostra sicurezza. Vattene Signore della grazia dalla nostra città, dalla nostra patria, dalla nostra Europa, dal nostro mondo. Meglio cacciare che accogliere. E tu Signore della grazia ti metti in cammino e vieni a cercarmi per convertire il mio odio affinché ,vedendo la mia cecità d’amore, spalanchi le porte al carcere della mia prigionia e sia libertà.

lunedì XXII t.o.
02.09.2024


Dal Vangelo secondo Luca Lc 4,16-30

In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Parola del Signore