“Il regno di Dio non ha prezzo; vale tutto ciò che si possiede” (S. Gregorio Magno). Scribi che amano il peccato invece di amare il prossimo. Dio ama l’uomo, fino ad inginocchiarsi a lavare i piedi, fino a morire per l’uomo. Perde la vita per donarla. Dio che vive da Dio. Scribi che confondono tra il dono di gratuità e fede e la pratica di meschina autorità. Confondono i poveri invece di servirli. Invece di amarli. Confondere, per farsi notare, la tassa dovuta per il tesoro del tempio con il lusso, il formalismo, l’enfasi, il ritualismo con la purità (non purezza) della religione fa notare l’inefficacia del credere come forma esteriore e che per nulla scalfisce il cuore di pietra né il cuore di Dio. Dio non si lascia (con)fondere con la teatralità. Amano, divorano e pregano verbi in successione di ipocrisia e peccato. Gesù cerca e trova la discepola che ha il cuore secondo Dio e, a sua volta, chiamati a sé i suoi discepoli fa notare il gesto di pienezza di chi è colmo solo di nulla. Direi senza trucco senza inganno. Dall’enfasi di ingenti somme gettate a due monetine che sono il tutto di Dio, sono il tutto Dio, sono Dio tutto. Le due monetine non sono (con)fuse nel tesoro del tempio: sono la vita, che senza clamore si fonde con il “Dio nascosto” e produce vita. La vedova povera, nella sua miseria è l’immagine viva di Gesù che spogliò sé stesso (Fil 2,7) e diede tutto. Senza nulla avere, “senza nulla di proprio” (Regola non bollata) chiederà ai frati s. Francesco. La vedova nella sua miseria è vera-icona, è Veronica di Gesù, e Gesù è lei. Darà come Gesù tutto quanto aveva per vivere. I discepoli, ancora una volta chiamati sono messi difronte alla verità dalla sequela. Poche ore prima che Gesù concludesse nella pienezza della sua pasqua, nella pienezza della eucarestia, ancora una volta, attraverso il gesto di una donna vedova e misera mostra praticamente cosa intendesse donare all’umanità: la vita. La vedova povera e nella miseria con due monetine gettate è la più ricca di tutti: dona la vita. Vera icona, vera discepola.
XXXII domenica del tempo ordinario (b)
10.11.2024
Dal Vangelo secondo Marco Mc 12,38-44
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Parola del Signore