la loro incredulità

Neanche questa manifesta incredulità ferma l’amore di Dio. Ennesima prova della caparbietà. La caparbietà di chi, fino alla fine, cerca soluzioni intelligenti –percorreva i villaggi d’intorno insegnando– per con/vincere che la conversione è di più della tradizione, che la ricerca di Dio e di più della certezza della familiarità ai riti, che la prodigalità del consumarsi è di più della risparmio di se stessi. Intelligenza della fede, assurdità per capire l’uomo Gesù. La tua incredulità è la sua ancora per amarti. Di più.

mercoledì
IV settimana del tempo ordinario (anno dispari)
05.02.2025

Dal Vangelo secondo Marco  Mc 6,1-5
 
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

Parola del Signore.