“… e mentre il mondo cade a pezzi io compongo nuovi spazi e desideri che appartengono anche a te che da sempre sei per me l’essenziale…non accetterò un altro errore di valutazione l’amore è in grado di celarsi dietro amabili parole” (M. Mengoni). Beelzebùl sembra abbia scatenato la sua potenza distruttrice: morte e dispersione. Il dito di Dio indica ancora il kosmos: operai della pace costruiscono bellezza, suturano emorragie, abbracciano sorrisi, raccolgono lacrime per irrorare futuri. Il dito di Dio tocca, ancora, l’uomo libero: volto di verità. Il dito di Dio non riesce, ancora, a toccare le sclerocardie religiose. E parole di grazia saranno ancora annunciate per non disperdere il regno di pace. Le case cadute rialzeranno presenze di solidità: il dito di Dio nella mano degli umili.
giovedì
III settimana di quaresima
27.03.2025
Dal Vangelo secondo Luca Lc 11,14-23
In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».
Parola del Signore