La cronaca nera di un efferato omicidio, svoltosi nelle stanze di un potere fantoccio e pervertito, arriva all’orecchio di Gesù e viceversa il tetrarca Erode sentendo la notizia di un nuovo predicatore si ritorce nel suo fantasma dentro di sé: ma se ho fatto decapitare il profeta come è possibile che ancora parli? È risorto? Erode si inasprisce invece Gesù implementerà il suo vangelo: le beatitudini annunciate tempo prima sul monte ora diventano realtà agita. Ora gli uccisi per causa della giustizia avranno voce: questi è il Figlio ascoltatelo. “Alla tristezza del mondo non bisognerebbe offrire, di tanto in tanto, un piccolo rifugio? E un bel giorno dirò forse a Ilse Blumenthal: Sì, la vita è bella, la lodo alla fine di ogni giorno, eppure so che figli di madri, e lei è una madre, sono trucidati nei campi di concentramento. E il dolore di tutto ciò bisogna saperlo sopportare; anche se te ne lasci devastare, dovrai rialzarti un giorno, perché un essere umano è tanto forte, perché il dolore deve diventare una parte di te, una parte del tuo corpo e della tua anima, non devi fuggirlo ma sopportarlo come una persona adulta. Non sfogare i tuoi rancori in un odio che vuole vendetta su tutte le madri tedesche, che adesso, in questo istante, hanno lo stesso tuo dolore da sopportare per i loro figli caduti e massacrati. Devi lasciare a questo dolore tutto lo spazio possibile in te stessa e concedere a esso l’asilo che gli è destinato, e forse, così facendo, il dolore nel mondo diminuirà, se tutti sopportiamo, onestamente e lealmente e in maniera responsabile, ciò che ci viene assegnato. Se invece non dai un opportuno ricovero al dolore, ma concedi maggior spazio all’odio e ai piani di vendetta – da cui nascerà ulteriore dolore per altri -, be’, allora il dolore non finirà mai in questo mondo ma crescerà soltanto. Quando avrai concesso al dolore il posto e lo spazio che le sue nobili origini richiedono, allora sì che potrai dire: la vita è tanto bella e ricca. Lo è al punto che potresti credere in Dio.” (E. Hillesum)
sabato XVII del tempo ordinario
02.08.2025
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 14,1-12
In quel tempo, al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».
Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.
Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre.
I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.