La figliolanza divina, donataci sulla croce e dalla croce (nel battesimo sacramentale) non ci esclude né ci privilegia dall’astenerci d’essere anche cittadini del tempo e della storia e della geografia che abitiamo.
Quindi la libertà per un discepolato filiale, fedele al suo Signore, ci dà la facoltà di essere servi della condivisione.
Nessuno escluso, nessuno fuori, nessuno esente: tutti in Cristo a costruire la città dell’uomo perché poveri e malati abbiano la certezza che la loro vita non è uno sbaglio di calcolo, non è un danno collaterale, non è un cancro sociale, sia invece segno di responsabilità per chi, come Pietro e in Pietro e con Pietro, pescando (attività) trovi la moneta d’argento (reddito) da usare per la libertà per i figli liberi.
lunedì XIX del tempo ordinario
11.08.2025
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 17,22-27
In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati.
Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì».
Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei».
E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».