La parola, la sua parola che ha autorità perché parla oltre le regole, oltre i meccanismi, oltre i cerimoniali dell’apparato che esclude. La sua parola che parla agli esclusi è la sua parola che ha in sé l’autorità divina che tutto crea perché è buono (Gn 1), che crea l’umano perché è molto buono (Gn1). La sua parola creatrice che ha autorità nell’azzittire la parola dell’odio taci e di rendere l’odioso demonio incapace di fare alcun male. La sua parola che ha autorità nell’agire dentro e fuori il sabato della legge, dentro e fuori la sinagoga del privilegio maschile. La sua parola che inocula a tutti (visione universalistica della salvezza) l’amare presi da timore (amore che rispetta la vulnerabilità, la fragilità, il limite, la gradualità, i passaggi, le cadute, i dubbi, le incertezze, le piccole fedi, le resurrezioni) per imparare ad amare meravigliandosi di come Dio ama. Comanda la libertà per vivere da umani liberi.
martedì XXII del tempo ordinario
02.09.2025
Dal Vangelo secondo Luca Lc 4,31-37
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.