Gesù -testimone terreno dell’Eterno, Verbo fattosi carne (cfr Gv 1,14), Nome Santo del benedetto che abitava solo il tempio di Gerusalemme-, su una esistenziale domanda postagli insegna ha pregare, dopo che lui si trovava in un luogo a pregare. Un indefinito luogo geografico -segno dell’universalità- risulta il definito luogo del vero dialogo con l’Assoluto: il cuore dell’uomo quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto. Gesù mostra la geolocalizzazione della presenza di Dio nella vita: il cuore. Il suo, il mio, il tuo. Il discepolo amato, quello che che vuole imitare –fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo (1Cor 11,1)- ,fino alle midolla –essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore (Eb 4,6)-, gli chiede di pregare come lui ha fatto in quell’indefinito luogo. Quel luogo della bellezza della preghiera lo trovi “immediatamente” quando, dopo aver infatti perdonato ogni nostro debitore, saprai comprendere l’ineffabile santità, l’immenso regno, la sfamazione donata dal pane della vita. E sarai… e sarò non abbandonato.
mercoledì XXVII del tempo ordinario
08.10.2025
Dal Vangelo secondo Luca Lc 11,1-4
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».