una grande gioia e la gloria e la pace

La gioia si è fatta bellezza di vita incarnata. “Il bello indica il vero che è entrato in rapporto con i sensi dell’uomo, anzi è il vero in dialogo con i sensi umani, esterni e interni.” Scrive Amedeo Cencini. Che bello.  Dio entra con la bellezza della gloriadell’incarnazione in rapporto vero con i sensi umani. “Senza l’altro non c’è “io” (p. Leone XIV, Ankara 27.11.25). Che bello, che gioia grande ogni anno lo stesso vangelo per questa unica notte: stesso e ripetuto vangelo per un’unica ed irrepetibile notte. Unica ogni anno, per il sempre dell’umana vicenda. Una grande gioia. Una, unica, piena, completa. Una, divina ed umana insieme: messaggero –angelo– celeste e pastori insieme, cielo e terra, luce e tenebra, gloria e limite. La gioia grande della sintesi dell’umana vicenda. È nato per noi l’uomo vero che dà senso alla vita dell’uomo sulla terra e per l’oltre della terra. “Per conoscere Dio bisogna conoscere l’uomo” (S. Paolo VI, allocuzione di chiusura del Concilio Vaticano II). Dio nella sua perfezione assoluta ha scelto e sceglie la umana imperfezione, la umana fallosità per con-vivere la maestosità del cielo. Senso del vivere. Misericordia pura. Pienezza di gioia e di grazia. Realizzazione piena del suo progetto di con-vivenza: incarnarsi, farsi carne umana per essere esperienza tangibile di pienezza d’amore. “La vita richiede per la sua realizzazione non la perfezione, ma la pienezza” in modo illuminato diceva lo psicanalista Carl Jung. Pienezza che si fa gioia grande, in Gesù-bambino-Dio ci è dato un Figlio-Dio perché ogni persona umana possa prendersi cura del fragile Dio. Pienezza d’amore, in Gesù-bambino-Dio ci è data la possibilità di liberazione del nostro avido cuore affinché si sveli, alla nostra personale coscienza, la verità dell’amore; cura dell’altro, per l’altro, nell’altro: anticipo permanente e realizzato di pace. “Dio, rivelandosi, ha stabilito un ponte fra cielo e terra: lo ha fatto perché il nostro cuore cambiasse, diventando simile al suo. È un ponte sospeso, grandioso, che quasi sfida le leggi della fisica: così è l’amore, che, oltre alla dimensione intima e privata, ha anche quella visibile e pubblica” (ancora p. Leone XIV, Ankara 27.11.25) La gioia si è attendata (cfr il prologo di Giovanni del vangelo del giorno di Natale) ha preso dimora tra noi per sempre, la gioia ha preso possesso del senso della vita: curare per essere. Curare Gesù-bambino-Dio in ogni indifeso, in e per ogni ferito nella dignità di uomo. Non c’era posto per loro e nonostante Dio nacque/nasce in una grotta, perché scartato, per essere dignità dell’umanità. “Il mondo esiste per tutti, perché tutti noi esseri umani nasciamo su questa terra con la stessa dignità.” (p. Francesco, Fratelli tutti 118) Non c’era posto per loro, notiamo il “loro” che l’evangelista Luca sapientemente ci “sbatte in faccia”: Maria e Giuseppe partecipano già con l’austero ed umiliante silenzio (il silenzio egli innocenti!) all’esclusione di Dio. E tuttavia proprio in Dio, attraverso Gesù Figlio dell’uomo e Figlio di Dio, con-vive la gloria dello scarto, si umiliò dice s. Paolo ai Filippesi, per convincere l’uomo all’amore inclusivo. Se ne convince Maria che fascia ed allatta Dio, se ne convince Giuseppe che si prende cura e provvede ad una famiglia di cui Dio ne è il Figlio, se ne convincono i pastori che nella notte tralasciano la veglia al loro gregge per accorgersi dell’inaudito Dio che è per loro: gli esclusi appunto, tutti. “Nella nostra creazione, Dio ha posto una domanda e nel nostro vivere veramente Dio risponde alla domanda.” (T. Merton). Vivendo incarnati nella nostra storia, senza escludere l’altro da me trovo la risposta di Dio a me: sono venuto perché abbiate la vita … e la vostra gioia sia piena (cfr Vangelo di Giovanni). Accogliendo la vita in ogni sua declinazione e situazione, accogliamo la gioiaUna grande gioia. Santo Natale per tutta la nostra nuova Comunità S. Paolo VI, e per tutti voi, Amici ed Amiche, che con la “passione delle pazienze” (Madeleine Delbrel), continuate ad amare l’umanità. Che bello è la grande gioia che il Salvatore ci ha dato. Sulla terra pace agli uomini.



natale del signore – messa della notte – anno A
25.02.202

Dal Vangelo secondo Luca Lc 2,1-14
 
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».

Parola del Signore.