di’ a noi il tuo parere

i farisei e gli erodiani chiedono al rabbi di galilea la giusta liceità di pagare una tassa, instillando perversità già nella domanda stessa: a qualsivoglia risposta -sì no- risulta una compromissione di partigianeria con il risultato di condanna per vilipendio dalla opposta parte.

Gesù, il rabbi vero, non ci sta e risponde non sulla giustizia di liceità ma sulla necessità di restituire, il verso usato, –restituisci a Cesare ciò che e di Cesare e a Dio ciò che è di Dio-: restituzione come dimensione necessaria per riconoscere vicendevolmente, nei differenti ambiti sociali e personali, il dono e la riconoscenza; restituisci a Cesare ciò che gli è proprio: la cura della città, polis politica, città dell’uomo e città per l’uomo; restituisci a Dio la sua stessa immagine: l’incarnata umanità, fragile, differente, diversa. Umanità eternamente unica, creata per procreare, generata nella misericordia per generare misericordia, peccatrice graziata, amante amorevole, vivente nella morte.

Dio in Gesù ci chiede di riconsegnare la universale consegna genesiaca, nella sua somiglianza lo somigliamo nella cura e custodia di ciò che ci è donato: adam, uomo della terra, sintesi simbolica del tutto vivente.

cfr Mt 22,15-21

domenica XXIX settimana T. O.
dmc 18.10.20


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