Seconda domenica di avvento ed il vangelo ci parla di inizio. Trovo sempre commovente, affascinante e mistica questa parola: inizio. Qualcosa che ha a che fare con il principio, con l’apprestarsi di ogni realtà, con l’incipit di ogni azione. E questo è l’inizio di buone notizie -euanghellion- che si struttura, si incarna in un uomo -gesù- che è il figlio di dio.
Inizio di un tempo nuovo in cui l’orologio della quotidianità segna l’incontro con la “straordinarietà” dello scoprirsi umani. Nel chiaroscuro delle personali storie.
Inizio di una storia di carne lacerata e sanata, di un racconto di vita concreto ed irrazionale, di un evento di relazioni itineranti e dimoranti: insomma è l’inizio del cammino dell’esistenza umana.
Inizio di un divino modo di sostenere l’esistenza umana che vive nel tempo l’affanno del peccato e la quiete della grazia. Una sincronia di opposti: questa è la bella, buona, universale notizia.
Gesù è venuto, viene, verrà per dipanare l’intricata matassa di questa umana conflittualità, rendendo il filo del senso della vita materia possibile per nuove tessiture. Trame ed orditi di rinnovate relazioni in cui, nonostante il nodo sciolto dall’infedeltà umana, l’azione divina diviene l’instancabile l’ostinata la perenne epifania della pazienza che sapientemente sa riannodare l’impossibile.
Inizio di un calendario nuovo, di un’agenda nuova per l’avvento ed il natale: mentre la brutta bestia virale ci costringe a ridisegnare i vecchi modelli consumistici e mascherati (babbo natale? mascherarsi per donare qualcosa ai bambini, come se avessimo vergogna di mostrare il nostro volto sorridente che offre la gioia di una condivisione?), la speranza di una vita inclusa in un creato, che vuole essere davvero l’ambiente divino, ci spinge a programmare solo intensità di rapporti umani e con il creato appunto.
Inizio di un natale, forse, di conversione, in cui raddrizziamo vie e abbassiamo colli (cfr isaia prima lettura), cioè eliminiamo ogni ostacolo, ogni barriera, ogni dogana, ogni muro pur di imparare a dialogare con la diversità. Adesso è l’inizio per chi desidera vivere l’incontro con il vangelo. Diversità di sguardo sul mondo. “Voi non siete del mondo ma nel mondo” ci dice gesù (cfr giovanni).
È l’inizio di un luogo esperienziale, il mondo, in cui (è possibile realisticamente) apprendere la difficile arte dell’amare: gesù il cristo è l’amante. È il vangelo.
Inizio di un annuncio, credibile attraverso la nostra testimonianza, che il dio di gesù muore in croce per tutta l’umanità, senza condanna per chi non crede e manifestazione piena di condivisione con tutti. Ci dirà il pagano centurione sotto la croce: davvero quest’uomo era figlio di dio (marco 15,39).
Lo stile di cristo riqualifica, con perenne inizio, costantemente, il nostro modo di essere umani.
Inizio.
Io inizio.
Buona domenica.
domenica II di avvento
dmc 06.12.2020
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! (Lc 3,4.6)
Alleluia.
Vangelo
Raddrizzate le vie del Signore.
Dal Vangelo secondo Marco Mc 1,1-8
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Parola del Signore