Seconda domenica di avvento ed il vangelo ci parla di inizio. Trovo sempre commovente, affascinante e mistica questa parola: inizio. Qualcosa che ha a che fare con il principio, con l’apprestarsi di ogni realtà, con l’incipit di ogni azione. E questo è l’inizio di buone notizie -euanghellion- che si struttura, si incarna in un uomo -gesù- che è il figlio di dio.
Inizio di un tempo nuovo in cui l’orologio della quotidianità segna l’incontro con la “straordinarietà” dello scoprirsi umani. Nel chiaroscuro delle personali storie.
Inizio di una storia di carne lacerata e sanata, di un racconto di vita concreto ed irrazionale, di un evento di relazioni itineranti e dimoranti: insomma è l’inizio del cammino dell’esistenza umana.
Inizio di un divino modo di sostenere l’esistenza umana che vive nel tempo l’affanno del peccato e la quiete della grazia. Una sincronia di opposti: questa è la bella, buona, universale notizia.
cfr Mc 1,1-8
domenica II di avvento
dmc 06.12.2020