Buon natale. Santo natale. Senza indugio andiamo a betlemme (casa del pane) a nutrirci di tenerezza di sguardi. Con i pastori a nutrirci di un pane di povertà che rende ricco in libertà chi lo mangia. Senza indugio andiamo insieme, noi, a betlemme ad ascoltare il silenzio rumoroso dell’amore che genera la vita: in silenzio appunto, senza il clamore urlato degli spettacoli di piazza, ma che fa il rumore della presenza della vita.
Senza indugio andiamo a betlemme a contemplare una grotta e scoprire in essa l’abitazione luminosa del creato.
Senza indugio proclamiamo, amici ed amiche, la santità di questo giorno al mondo intero. Con rispetto delle diversità, dell’altrui fede, dell’altrui indifferenza, dell’altrui umanità, “ho imparato a non provare a convincere nessuno. Il lavoro di convincere è una mancanza di rispetto, è un tentativo di colonizzare l’altro.”(j. saramago)
Senza indugio ma con stupore e generosità oggi abbiamo l’opportunità di diventare messaggeri di speranza per ogni escluso: i pastori lo erano al tempo di gesù.
L’anno ci ha destabilizzato ma la possibilità -che ci è stata data- di sperimentare il limite della vita sofferente e sofferta ci ha ri-dato la possibilità di sentire nella carne la sofferenza di chi non può partecipare alla gioia.
De-stabilizzati forse per ritrovarci stabilizzati: se non crederete non avrete stabilità (cfr isaia 7,9), stabilizzati per ritrovarci fedeli all’uomo. L’uomo tanto deturpato nel volto. L’uomo creato con il volto per essere evidente trasparenza di luce e troppo volte ridotto a tumefazione di dolore. Un volto che ha perso la dignità di persona. Ritroviamoci stabili a betlemme per abitare la grotta di volti di verità.
Stabilità per ritrovarci fedeli al creato, l’ambiente in cui dio passeggia per cercare i pastori: gli uomini, le donne, i bambini esclusi dalla vita, scartati dalla cattiveria umana. La stabilità nell’abitare il creato, nell’abitare la grotta ci renda fedeli alla vita. A passeggio con dio.
Così si esprimeva papa benedetto XVI in una catechesi sul salmo 122: “i fedeli hanno bisogno di un intervento di Dio perché si trovano in una situazione penosa di disprezzo e di scherni da parte di gente prepotente. L’immagine … è quella della sazietà: «Già troppo ci hanno colmato di scherni, noi siamo troppo sazi degli scherni dei gaudenti, del disprezzo dei superbi» (vv. 3-4). Alla tradizionale sazietà biblica di cibo e di anni, considerata un segno della benedizione divina, si oppone ora un’intollerabile sazietà costituita da un carico esorbitante di umiliazioni. Per questo i giusti hanno affidato la loro causa al Signore ed egli non rimane indifferente a quegli occhi imploranti, non ignora la loro invocazione, né delude la loro speranza.” (cfr udienza generale 15.06.2005)
La speranza dei pastori si è fatta carità per il mondo intero, per i secoli futuri: senza indugio, passeggiando con gli angeli, vanno e sperimentano nella loro vita la non-indifferenza di dio.
Questa è la possibilità offerta anche a noi oggi, sperimentare la non-indifferenza di dio sul creato, sull’umanità, sul tempo.
A noi, amici ed amiche, è offerto il grande sforzo di volgere lo sguardo su un bambino, su una madre, su un luogo in cui l’indifferenza del male che esclude e scarta diviene sempre, per la non-indifferenza di dio, amore che abita l’umanità.
Una madre, un bambino, un padre legale, i pastori, gli angeli, la grotta, betlemme: abitazione di dio, stabilità dell’amore, differente sguardo di vita. Natale, è nato l’altrimenti di dio.
natale del signore
messa dell’aurora anno B
dmc 25.12.2020
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama. (Lc 2,14)
Alleluia.
Vangelo
I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 2,15-20
Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Parola del Signore