@solechesorge
Il padre e la madre di gesù si stupivano delle cose, (in)preparati come ogni persona umana a riconoscere immediatamente la presenza di dio nella propria vita, ma nutriti di cordialità tra di loro e con i due anziani sviluppano lo stupore come ambito necessario per educarsi ed educare alla conoscenza del mistero di dio.
(In)preparati per comprendere che la fede ha necessità di mediazione, di crescita, di ricerca, di carità
per servire l’altro, ma non incapaci a stupirci di ciò che la vita di relazioni, dal neonato all’anziana ultraottantenne,
ci riserva, ci dona gratuitamente.
Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui, il figlio di dio cresce in questo ambiente.
Dio incarnato in gesù sceglie la via umile della crescita umana, la lentezza educativa, la capacità e la propensione allo stupore e alla meraviglia finanche davanti alla cattiveria di alcune incredulità religiose (cfr marco 6,6).
Crescere in età e grazia è forse crescere nello stupore della umana vicenda, che, a volte, si fa chiusura anche (proprio) in nome della libertà religiosa, anche (proprio) in nome delle religioni che dovrebbero servire l’uomo ed invece dall’uomo sono servite e lo schiavizzano.
Crescere nell’età della grazia è forse allora togliere il velo a ciò che mantiene l’uomo nella condizione di suddito.
È attivare la grazia.
cfr Lc 2,22-40
domenica fra l’ottava di natale
s. famiglia di nazaret
dmc 27.12.20