per tutto quello che avevano udito e visto

Cosa avevano udito e visto gli scarti della società (i pastori al tempo di gesù), gli scartati dalla politica e dall’ecclesiastico potere, per lodare e glorificare dio?

In una grotta a betlemme vedono la gloria di dio, vedono un bambino per loro, scoprono che la vita -io sono la via la verità e la vita (giovanni 14,6)- è venuta per loro, vedono poveri come loro, maria, giuseppe ed un bambino, in una mangiatoia per capre, e si scoprono paritetici. Sentono il cielo che canta.

Per molti queste sono sempre state (e lo saranno) favole, racconti di infantile emozione. Per molti è l’illusione che (os)cura chi è disperato, invece del lume che illumina la ragione. Capita di voler seguire il lume della ragione trovandosi travolti da un effetto domino, che, allontanando dal concreto umano -volare alto- precipita nello scartare i contemporanei della società selezionando chi merita da chi non merita.

I pastori, contemporanei della religione/ragione del tempio sono scartati, ma dio va da loro. Cosa hanno visto per meritare questo? La loro sofferta marginale indegnità.

“Noi dovremmo imparare a leggere i tempi marginali, a non essere abbagliati dalla cronaca, dalla storia dei potenti. Non troveremo facilmente i segni della sua presenza nelle prime pagine dei giornali, nei racconti dei social media. Egli preferisce le narrazioni nascoste e ordinarie, quelle che non fanno clamore, quelle lontani dai riflettori. Papa Francesco spesso parla delle “periferie della storia”, delle storie che vedono come protagonisti gli “scarti”; ecco, dovremmo essere attenti ai tempi scartati, periferici e nascosti, ordinari e comuni: sono questi i tempi di Dio, dove si manifesta e si nasconde.” (a.torresin)

Per chi cerca dio, forse questo è il segno profondo di cosa significhi biblicamente dio incarnato: dio che sa farsi (è) prossimo all’uomo, sa essere (è) dalla parte degli ultimi, degli indifesi, degli scartati…è il dio periferico.

“La vita e il ministero di Gesù incarnano l’apice della rivelazione dell’amore del Padre per l’umanità (Gv 3,16). Nella sinagoga di Nazaret, Gesù si è manifestato come Colui che il Signore ha consacrato e «mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi» (Lc 4,18). Queste azioni messianiche, tipiche dei giubilei, costituiscono la testimonianza più eloquente della missione affidatagli dal Padre. Nella sua compassione, Cristo si avvicina ai malati nel corpo e nello spirito e li guarisce; perdona i peccatori e dona loro una vita nuova. Gesù è il Buon Pastore che si prende cura delle pecore (cfr Gv 10,11-18; Ez 34,1-31); è il Buon Samaritano che si china sull’uomo ferito, medica le sue piaghe e si prende cura di lui (cfr Lc 10,30-37).” (p. francesco messaggio per la pace 2021)

I pastori ci annunciano questo messaggio di solidarietà, sono i piccoli che si sentono amati proprio perché piccoli; mentre i benpensanti, la nomenklatura politica, la casta religiosa, gli intellettuali della ragione, ridendo sarcasticamente disprezzano con l’insulto la piccolezza umana: scartano deridendo i piccoli, mantenendo le posizioni apicali di potere continuano a scartare l’umanità.

I pastori, i piccoli, i poveri presenti oggi nel mondo sono la coscienza viva che interpella la globale ed attuale società politico-economico-finanziaria; sono il termometro per misurare il livello di tirannia dell’egoismo che ha conquistato il trono regnando su un mondo disumanizzato.

Facile, troppo facile dire sono favole, non è facile ma è umanizzante dire i pastori/piccoli/poveri sono umanità che ha bisogno di cura e non di indifferente sfruttamento.

Se tu sei chiamato a rappresentare Dio, non puoi pensare che basti per questo compiere certe azioni (sacre) e magari averne un certo prestigio, come facevano i nostri… padri sbagliati (i preti del Tempio, farisei e scribi); tu sei chiamato ad avere la stessa passione di Dio, il suo identico pàthos, i suoi gusti e desideri, sentimenti e sensibilità, così stupendamente manifestata nella vita terrena del Figlio, specie nella sua passione. Non accontentarti di studiare la teo-logia (parlare di dio, mia nota) né pretendere la teo-fania (manifestazione di dio, mia nota), ma chiedi la grazia della teo-patia (soffrire come dio soffre, mia nota), d’entrare nel mondo straordinario dell’Eterno. Che ti fa pensare i pensieri di Dio, vedere coi suoi occhi, ascoltare con la sua comprensione, commuoverti con le sue viscere, piangere le sue lacrime, amare col suo cuore, accarezzare con le sue mani… Mistero grande!” (a. cencini).

Gesù disse “ogni volta che avete fatto questo a uno di questi miei fratelli più piccoli l’avete fatto a me” (cfr matteo 25), così la fede si impone alla coscienza dell’uomo come opzione di cura. I pastori hanno visto la cura per loro. Carne di dio nella carne dell’uomo.

Comprendiamo bene allora, dio non è l’idolo dogmatizzato a cui asservire l’ammasso delle coscienze, bensì la carne che sanguina per le ferite inferte dagli idolatri: servitori e servitrici di prescrizioni. Servitori e servitrici che si sono distratti dallo sguardo compassionevole sulla persona, perché concentrati sul manuale delle regole (profitto, efficientamento, upgrade, progresso, liturgie…).

Carne di dio nella carne dell’uomo. Maria è madre di questa carne. Maria è madre di questo dio e di questo uomo. Maria è la povera che ha visto dio nelle ferite dell’umiliazione di dio fatto carne. Maria è la madre che non dileggia ma cura. Maria mentre cura l’uomo cura dio. Maria mentre ode lo stupore dei poveri vede dio.

Mi sono innamorato di questa visione perché ho ascoltato l’umanità. Come i pastori. Come giuseppe. Come maria.

Buon anno nella pace, amiche e amici.

maria santissima madre di dio – anno B

LIV giornata mondiale della pace

dmc 01.01.2021

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Molte volte e in diversi modi nei tempi antichi Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti,

ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio. (Eb 1,1-2)

Alleluia.

Vangelo

I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino. Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.

Dal Vangelo secondo Luca Lc 2,16-21

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo. Parola del Signore


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