Gesù rimaneva fuori, rimane fuori come se fosse escluso da ciò che è aggregazione, da ciò che è recinto (presbiterio, cortile dei sacerdoti, tempio…). Gesù rimaneva fuori, emblematico l’imperfetto quasi a dire che gesù rimane ancora oggi fuori, quasi fosse come fosse un contagioso lebbroso.
“Lebbra, paura della “morte civile”. La diagnosi di lebbra comportava l’emarginazione dal mondo dei sani, una irreversibile segregazione. Il lebbroso anticipava in vita la decomposizione propria della morte; però non induceva paura di morte, ma ribrezzo. Il corpo corrotto del lebbroso induceva ribrezzo verso chi, seminando il contagio, era detto meritare, come talora accadeva, di essere arso vivo quasi si trattasse di incenerire un cadavere”. (giorgio cosmacini)
Tenere in luoghi deserti dio, lontano dai religiosi simposi, mentre i cercatori lo inseguono, i cercatori, anche se contagiosi e “non purificati”, lo incontrano e lo riconoscono possibilità di salvezza. I cercatori di dio scoprono gesù nelle aree periferiche dove abita la carne malata della persona umana. Qualsiasi persona in qualsiasi deserto esistenziale.
Lui si fa trovare. Lui abita lì.
Ma il deserto mi fa paura, preferisco l’assembramento della movida, della rambla, della piazza, della corte dei miracoli. “Show must go on” (lo spettacolo devo andare avanti) cantava freddy mercury e l’abbiamo sentito ripetere fino alla nausea in questi giorni di sanremese attesa. “Dobbiamo divertirci e nessuno può impedircelo” inneggiano le folle dai tavolini dei bar all’aperto, dai lungomare di una ritrovata semi-libertà sanitaria.
I non-luoghi del disimpegno potranno (possono) diventare i luoghi dell’impegno?
E per non far torti, anche una certa deriva ecclesiastica si impantana nei non-luoghi dell’eccesso. Domande ricorrenti da sacrestia: quanti ne avevi all’ultima “funzione”? quanti ci hanno seguito su youtube? Rispondo: tanti, allora valgo e sono un religioso influencer, pochi, allora non valgo…
Eppure il vangelo di questa domenica mi parla di lebbra, di segregazione sociale, di stigma per un verso e di deserto per l’altro. L’uomo segregato e dio nel deserto. L’uomo che cerca l’agognata significativa e guarita libertà e dio che, per la strada verso il deserto della scena, incontrandolo gliela dona. Senza biglietto senza audience senza applausi.
Sulla strada, dice e afferma p. francesco, abita gesù. Cosicché il peccaminoso -secondo i benpensanti- lebbroso abita la strada, un po’ perché non poteva che abitare la strada ed un po’ perché forse aveva capito che solo incontrando la salvezza per la strada si trova la vita reintegrata e salvata.
La strada tabernacolo della presenza di dio. I quartieri aperti delle periferie metropolitane, chiusi dalla violenza ed indifferenza umana, diventano i tabernacoli in cui è declinata la santità grande di donne e uomini come: teresa di calcutta, francesca cabrini (u.s.a.), dorothy day (ancora u.s.a.), peppino diana di casal di principe, pino puglisi di brancaccio, desmond tutu (sudafrica), mahatma gandhi.
La desertificazione imposta dall’indifferenza e dall’odio politico-sociale-religioso diviene per gli uomini di buona volontà, quelli amati dal signore, epifania di salvezza. La lebbra, etimo greco di squama ma dalla cui stessa radice verbale scaturiscono parole come libertà-libero-liberare-liberazione, labbra, labaro, alla luce del vangelo di oggi ci richiama ad un’attenzione nuova a tutto ciò che è corruzione di relazioni e come possa diventare libertà di accoglienza e di civiltà. Con le labbra annunciare il silenzio d’amore che offre la guarigione da ogni stigma. Issando il labaro della differenza come opportunità d’incontro con gesù, il dio della consolazione attivata. Gesù il dio che si lascia sporcare per pulire la nostra vita. Divina liberazione.
Buona domenica.
domenica VI del tempo ordinario – anno B
dmc 14.02.2021
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Un grande profeta è sorto tra noi,
e Dio ha visitato il suo popolo. (Lc 7,16)
Alleluia.
Vangelo
La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
Dal Vangelo secondo Marco Mc 1,40-45
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Parola del Signore.