Fare la verità, la verità come una realtà evidente, concreta, tangibile. Farla, costruirla, edificarla, consolidarla. E venire verso la luce è nascere. Essere costruttori di verità è come aver scelto di camminare verso una rinascita. È nascere, è crescere verso dio: verso la luce, verso la vita.
Nicodemo nella paura, nella notte, nel senso di colpa della colpa dei suoi correligionari -sclerocardia-, si mette in cammino e decide di andare verso la luce nel buio della notte stessa della vita. Nel buio del dubbio, della paura, dell’errore lui, nicodemo fariseo, dottore della legge, membro del sinedrio (la massima autorità politico-religiosa dell’antico israele) va. Non gli importa più del dogmatismo, cerca il dogma della verità di sé.
Di questo si tratta, di cercare la verità di se stessi, costruendo cammini di dialogo anche con chi, anzi proprio con chi non conosci. Passando dal silenzio ideologico al silenzio dell’ascolto del cuore dell’altro.
“Ci vogliono così poche parole per dire le poche grandi cose che contano nella vita. Vorrei disegnare queste poche parole a pennello, su uno sfondo di grande silenzio.” (e. hillesum).
C’è un silenzio condizionato dal buio dell’oscurantismo formalizzato da sinedri di qualsiasi età ed epoca, sinedri che, in forza della tutela del pensiero, divengono carceri del pensiero stesso, di fatto obbligando al silenzio chi pensa fuori dal coro: zitti e buoni (maneskin).
Ma c’è il silenzio che si fa ascolto dell’unica parola di vita: gesù, che disegna, illuminando i pregiudizievoli condizionamenti, la verità. Verità che è la vita vissuta, la mia, la tua.
In modo diretto e senza ambiguità bonhoeffer nel 1944, alla vigilia del suo martirio, scrive: “ciò che mi preoccupa continuamente è la questione di che cosa sia veramente per noi, oggi, il cristianesimo, o anche chi sia Cristo. È passato il tempo in cui questo lo si poteva dire agli uomini tramite le parole…”. Questa penso sia la verità costruita, disegnata sulla carne di chi vuole cambiare la propria vita, per venire alla luce. Per far rinascere il mondo. Venire alla luce.
Invece le tenebre continueranno a dominare il nostro tempo quando continueremo ad innalzare indoli preconfezionati da altri, il serpente nel deserto, questo sì serviva in quella condizione di vita, in quella situazione di veleno; ma oggi?
“Il nostro errore più grande è quello di cercare negli altri le qualità che non hanno trascurando di esaltare quelle qualità che invece realmente possiedono” (m. yourcenar), allora oggi è cercare di innalzare la dignità dell’uomo e della donna, nelle qualità che veramente possiedono, possediamo: la diversità.
È il dialogo notturno di nicodemo con gesù la cifra del potere che sa cambiare, mettendosi in discussione, scavando nel buio del dubbio, riconoscendo la differente diversità tra le persone, tra le culture, tra le età, tra le religioni.
Lasciarsi ridisegnare dagli errori della vita per camminare verso la verità di se stessi. Nicodemo camminò nella notte e disegnò un nuovo inizio. Nel mio peccato la misericordia di un dono di luce vera. Mi metto in cammino.
domenica IV di quaresima – anno B
dmc 14.03.2021
Acclamazione al Vangelo
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
chiunque crede in lui ha la vita eterna. (Cfr. Gv 3,16)
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Vangelo
Dio ha mandato il Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di lui.
Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 3,14-21
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio». Parola del Signore.