Così inizia il racconto della passione di gesù, un inganno per farlo morire e così l’evangelista marco conclude, il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «davvero quest’uomo era Figlio di Dio!».
Un inganno da parte dei religiosi (la casta sacerdotale i dottori della legge gli scribi i farisei) figli della rigorosa tradizione legalista di mosè, ed una confessione vera di fede da parte di un militare pagano proclamata nella verità -veramente, davvero- di uno sguardo libero d’amore su un uomo violentato e ucciso per e da la inumana legge.
Inganno e menzogna e mistificazione uccidono l’uomo-dio e vengono uccisi dalla verità di un uomo ateo che contempla per amore la morte di dio. La menzogna uccide la dignità dell’uomo e dio, dio di vita quella vera quella libera, risponde con la sua morte per radicare la speranza e il senso della vita nell’uomo. L’uomo annientato dalla menzogna è l’unico degno della verità per la libertà.
In carcere negli anni tra i più bui della cattiveria umana, così bonhoffer scrive e vive: “Mirabile metamorfosi. Le tue forti, attive mani / sono legate. Solitario, impotente vedi la fine / della tua azione (…) / Per un istante, felice, la libertà hai sfiorato, / poi a Dio l’hai rimessa, che le desse perfetta pienezza”. E poco prima di essere ucciso: “Vieni, festa suprema sulla via della libertà eterna, / morte (…) / Libertà, ti cercammo a lungo nella disciplina, nell’azione, nel dolore. / Morendo, te riconosciamo ora nel volto di Dio”.
Dentro a questa tragica ma quanto mai affabile cornice evangelica si incastona la vicenda storicamente più vera della esperienza umana di dio. Del figlio di dio. E di tutti i figli di dio. La concretezza di gesù nell’incarnare l’amore per gli altri fino all’urlo di richiesta d’aiuto eloì, eloì, lemà sabactàni?, concretezza d’accettazione finanche per l’abisso dell’odio e del dileggio dei religiosi aspettate, vediamo se viene elia a farlo scendere, fissa il paradigma esperienziale per amare: dando un forte grido, spirò.
Morire d’amore si può. Per vivere d’amore. Quello vero, quello pasquale, quello della risurrezione: non abbiate paura! Voi cercate gesù nazareno, il crocifisso. È risorto.
Dio non molla. Dio non si ferma davanti all’inganno (la religione), al tradimento (giuda), all’ingiustizia (pilato), allo sberleffo (pretoriani), allo spergiuro (pietro), all’abbandono (i discepoli). Dio urla, grida forte, piange e sanguina. Dio muore. Dio ama.
Il cammino di liberazione dell’uomo, per ogni uomo, verso la verità, mi sembra allora, la possibilità concreta ed umana di saper attraversare i non-sense, gli inganni, con la fede che nemmeno un capello del nostro capo andrà perduto (lc 21,18) e perseverando fino all’urlo grande finale si vivrà la salvezza: chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato (mc 13,13).
Santa settimana santa, Amiche ed Amici. Godiamo della verità del libero amore. L’odio non prevalga. Pasqua ci attende.
domenica delle palme – passione del signore – anno B
dmc 28.03.2021
Acclamazione al Vangelo
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome. (Fil 2,8-9)
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Vangelo
La passione del Signore
Cercavano il modo di impadronirsi di lui per ucciderlo
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Marco Mc 14,1 – 15,47