@solechesorge
Il risorto la domenica della sua pasqua
venne tra la sua gente ma i suoi non l’hanno accolto (cfr. gv 1,11):
è il rischio primordiale di non fidarsi di dio,
per paura di essere condannati per infedeltà,
per “alto tradimento”.
Invece fu pasqua per loro (per noi):
donò pace mentre erano paurosi,
si fece vedere e quindi gioirono,
comunicò loro il suo potere di grazia e di perdono:
perché di questo si tratta
la grazia ed il perdono sono un potere
ma di fragilità simbolica d’amore,
anzi di frangibilità
-lasciarsi spezzare perché l’altro si nutra di me-,
un potere impotente che non aggredisce accoglie,
che non divora si consuma.
Dona pace senza sottolineare la guerra
che l’ha preceduta.
Ma io, tommaso di oggi, mio gemello,
ero assente la prima sera.
Sono assente, sono in ritardo,
meglio i miei occhi ritardano,
non vedono subito il bisogno degli altri
che vengono ad offrirmi la loro vita,
metti qui il tuo dito e guarda le mie mani.
Sono distratto?
Cerco altro?
Inseguo altri bisogni?
cfr Gv 20,19-31
domenica II di pasqua o della divina misericordia
dmc 11.04.21