@solechesorge
Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me, sono queste le parole che divennero esperienza, certo innanzitutto per l’iniziativa di gesù stesso –parola incarnata– fu lui ad essere presenza in mezzo a loro, per loro che si diedero da fare con corse e fughe, con abbracci e affiancamenti, con cene e paure.
Maria di magdala e le altre donne e pietro e giovanni correndo nell’affanno e nella paura tra cenacolo e sepolcro e tra sepolcro e cenacolo -segno di una comunità dispersa e riunita-. I due di emmaus fuggendo da gerusalemme e tornando di corsa (notte tempo) dopo aver cenato con pane spezzato (le briciole di dio, il dio in briciole) -segno di una possibile conversione nello spazio (dalla fuga al ritorno) e nella conoscenza di dio nello spezzare il pane allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero (lc 24,30-31).
Parole che divennero segni e i discepoli divennero discepoli del risorto (solo) quando videro le sue piaghe, (solo) quando mangiarono le sue briciole, (solo) quando gli diedero avanzi: il paradigma per frequentare dio cambiò.
Diveniamo discepoli di cristo, del risorto solo quando “vediamo” le ferite della vita, solo quando raccogliamo fragilità per condividerla, solo quando dagli avanzi recuperiamo cene di fraternità: il paradigma per incontrare dio cambia. Ci cambia.
cfr Lc 24,35-48
III domenica di pasqua
dmc 18.04.21