Ci sono storie di vita piene di banalità. Piene di male. Piene di incongruenze.
E ci sono storie di vita piene di grazia. Vite investite (spese) nella gratuità del dono: vite eucaristiche. Sapersi strumento di gioia per la vita degli altri: divenire generativi, sciogliendo i legacci dell’orgoglio egoistico e delle presunzioni di autosufficienza. La chiusura di se stessi, in se stessi diventa grembo sterile: rimanendo sepolcro. Invece Dio dice: sarai madre, concepirai un figlio. Sei vita che genererà vita: il grembo diverrà gravido.
La grazia, parola che dal nostro latino deriva dal greco καρίς-karis, sta proprio a significare l’investimento produttivo, altamente redditizio, del dono di sè agli altri: addirittura a Dio. Gratis per guadagnare!
Maria da umile serva, nel senso forte, ragazza, cioè serva senza diritti e senza dignità di una borgata -Nazareth- sconosciuta al potere, si sente coinvolta in un progetto gratuito di universale umanizzazione: un figlio, lo darai alla luce, si autoconcepisce, lei vergine, madre di illuminazione per l’umanità. Per il creato tutto. O Donna gloriosa, alta sopra le stelle, tu nutri sul tuo seno il Dio che ti ha creato. (lodi -inno).
“Spirito Santo…aiutaci a consegnarti tutte le azioni della giornata per lasciarle trasformare da te: allora, in ciascuna di esse, sarà riconoscibile il tuo sapore, il balsamo del tuo amore.” Madeleine Delbrel intuì e incarnò la generatività che Maria introdusse nella storia degli uomini con il suo “sì” allo Spirito di Dio.
Allora ogni uomo, ogni donna può riscoprire la sua immacolatezza. La gioia di esserci come dono per…
immacolata concezione
dmc 08.12.2021
Alleluia, alleluia.
Rallegrati, piena di grazia,
il Signore è con te,
benedetta tu fra le donne. (Cf. Lc 1,28.42)
Alleluia.
Vangelo
Ecco, concepirai un figlio e lo darai alla luce.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 1,26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
E l’angelo si allontanò da lei.
Parola del Signore.