ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto

Il frutto è l’espressione evidente della gratuità della natura.

La madre terra, pensiero di Dio per la vita, offre in modo sovrabbondante le sue risorse.

E noi persistiamo a distruggere: la vita, il creato, la bellezza.

Non voglio condannare Putin, come uomo, ma il tiranno che va educato alla conversione. Ricordiamo l’Innominato manzoniano?

Qualcuno continua distruggere la vita, il creato, la bellezza.

Qualcuno cerca di distruggere la fragilità.

Il mito della potenza onnipotente e travolgente -e la storia ottocentesca e novecentesca del millennio precedente, che molti di noi, almeno negli ultimi cinquant’anni, hanno vissuto sembra che non ci abbia insegnato alcunché- si incarna continuamente negli interessi politico-finanziari. L’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, ahimè quanto di più concreto stiamo vivendo: quanto questo presente si sia accelerato in una (dis)vivenza.

Gli alberi buoni del giardino di Eden abbiamo saputo trasformarli in alberi dai frutti malvagi secernenti tossine. Gli alberi dai frutti succulenti e ricchi di bontà gli abbiamo innestati con marze odiose e spinose.

Non è che ci sia anche qualche responsabilità di noi cristiani? L’ortodossia in perenne conflitto con la romanità, e viceversa, non è che abbia favorito, in questi anni in cui la Pacem in terris avrebbe potuto consolidarsi, la crescita dell’odio e dell’antagonismo, credendo(!), ognuno per la sua parte, di riconquistare una primazia da telecamera? Primazia da telecamere che di fatto è l’antivangelo.

Eppure Dio ha molta più fiducia in noi di quanta noi ne possiamo avere negli altri. Il frutto buono ce lo lascia ancora produrre, mettendo a coltura frutteti di servizio e di solidarietà.

Non è impossibile né irrealizzabile. Attivando colture di cultura del dialogo, del servizio, dell’alternativa, dell’altrimenti, dell’invece, deI capovolto Dio -onnipotente nella misericordia e non nel distruggere i nemici-, del perdono, della imbelle forza della conversione, dell’accoglienza del diverso, dello scoprire profezie negli eventi del quotidiano…

Impossibile e irrealizzabile dovrebbe diventare una cultura che coltiva odio. Una paradossale proscrizione di diritto: se pensi odio non sei umano.

E Gesù continua a seminare nei nostri cuori misericordia, distruggendo l’odio.

Chi scelgo e cosa pianto? Scelgo il vangelo pianto alberi in mari di libertà.

Buona domenica, nella pace di Cristo.

VIII domenica del tempo ordinario

dmc 27.02.2022

Alleluia, alleluia.

Risplendete come astri nel mondo,

tenendo salda la parola di vita. (Fil 2,15d.16a)

Alleluia.

Vangelo

La bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.

Dal Vangelo secondo Luca

Lc 6,39-45

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: “Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.

Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: ‹Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio›, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.

Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda”.

Parola del Signore.


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