beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!

Non avrò visto e continuerò a credere? Tu Tommaso continua a credere: continua ad “essere fede”. Cosa e chi non avrò visto per essere fede? Essere fede è l’intensità del credere nonostante tutto. Vita per.

Continuare a essere credente. Intensità di reciprocità con la mia vita per.

Nonostante le porte chiuse per il timore delle avversità continuare a essere discepolo credente nell’uomo. Vita per.

Continuare a essere uomo. Continuare ad essere incarnato nell’umano, così come Gesù, che nella sua debolezza, portata fino all’estreme conseguenze della morte, si fida della debolezza dell’altro. Fino alla morte. Vita per.

Tommaso ha “insidiato” Dio e Dio si è lasciato insidiare. Che bello l’agguato a Dio se non vedo e il Risorto che viene allo scoperto, che si fida della inconsistenza della mia fede, smettila di essere incredulo, per manifestare la sua eterna fragilità: metti qui il tuo dito.

Alla dubbiosa ipotesi di verità se non vedo, la misericordia di Dio mi dona la sua presenza in mezzo alla comunità paurosa. Dio mi si dona nella mia incapacità.

Il Risorto manifesta da un lato pienamente l’incapacità dei discepoli di continuare ad essere fede e, dall’altro, la verità del suo incarnarsi fino in fondo apparendo con le piaghe, segno indelebile della finitudine.

Con le piaghe Gesù si mette nei miei panni, si veste della mia fragilità, intuandosi (Dante) in me e mi indica le conseguenze della misericordia. Risurrezione. Molti altri segni da scrivere nella storia personale di ognuno di noi. Intuandosi nella debolezza accade la presenza del Risorto. Vita per.

Gesù venne e stette in mezzo con le sue ferite per illuminare di senso le piaghe, conseguenze di fallimenti, facendoci comprendere che la vita per è limite, è paura, è dubbio, ma è il tutto per risorgere.

Il Risorto mi chiede di non aver paura dei miei fallimenti e degli uomini. La misericordia passa da lì.

La beatitudine di continuare ad andare avanti a continuare ad essere umani perché discepoli di misericordia.

Avrò creduto?

II domenica di pasqua

o della misericordia

anno c

dmc 24.04.2022

Alleluia, alleluia.

Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;

beati quelli che non hanno visto e hanno creduto! (Gv 20,29)

Alleluia.

Vangelo

Otto giorni dopo venne Gesù.

Dal vangelo secondo Giovanni

Gv 20,19-31

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Parola del Signore.


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