ma quella notte non presero nulla

Uscire per andare a lavorare con poca fede in se stessi e nel mondo.

Sette discepoli escono per ricominciare ad essere “non-discepoli”, per ricominciare un percorso di autonomia illusoria. Quella notte non presero nulla.

Ma la meraviglia dell’amore di Dio, sempre pronto lui a ricominciare, viene.

Sconosciuto come d’abitudine (chi ha visto Dio? Dio nessuno lo ha mai visto ci ricorda Gv), si presenta a distanza ravvicinata quasi un centinaio di metri per suggerire l’alternativa rispetto al mondo. Avete qualcosa da mangiare (avete dell’alimento, in greco, come a dire avete da nutrire)? No. Gettate le reti dall’altra parte.

Dio chiede di essere nutrito, chiede di accorgersi dell’assenza di senso che troppe volte ci si porta appresso. Dentro. È una notte buia e senza nutrimento. Né per se stessi né per gli altri.

Essere discepoli perché si accetta l’alternativa. Anche in un evidente fallimento, in un niente esistenziale e di sostanza, accettando un invito suggerito a distanza e da uno sconosciuto, si scopre l’abbondanza di risorse.

Che coraggio hanno avuto. “Dagli sconosciuti non si accetta niente”, ce lo hanno insegnato fin da bambini. Eppure questi “bambini” così propriamente li chiama Gesù, lo sanno essere per divenire persone nuove. Abbandonano le loro competenze, le loro sicurezze, il loro buio, la loro notte improduttiva, per accogliere una novità di vita. Eppure questi bambini, non riconoscendo Gesù Risorto, che per la terza volta si manifestò a loro, riconoscono il valore necessario di una svolta, di una vocazione a saper cogliere il nuovo. Il vangelo.

E Gesù come una madre premurosa e sapiente, li attende sulla riva con un pasto già preparato. Ad una abbondanza di pesca, per altro frutto di un dono grande, li attende sulla spiaggia con un altrettanto dono grande. Il pasto già pronto, preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.

Ogni domenica, pasqua della settimana, è pronto per noi il braciere dell’abbondanza.

Mangiare la pasqua, vivere l’esperienza del Risorto come perdono, pace, cambiamento, conversione e uscire per andare a lavorare come se niente di tutto ciò fosse accaduto. Vado a pescare, veniamo anche noi con te, andarono dimenticando la speranza, ma la speranza si fatta carne per loro.

Per loro, per Simon Pietro, si è fatta risposta di necessario amore, di necessaria amicizia con Dio. Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene, data dopo il paradosso di una nuotata da vestito e di una immersione nel mare del dolore e del niente, della non vita.

E per Te?

E per Te, discepolo amato, la Tua speranza si fa grido di prossimità? È il Signore! Pronto a riconoscerlo nell’invito che il mondo dello Spirito quotidianamente ti offre?

Mi tuffo vestito e nuoto. Pranzerò con la gioia.

III domenica di pasqua – anno c

dmc 01.05.2022

Alleluia, alleluia.

Cristo è risorto, lui che ha creato il mondo,

e ha salvato gli uomini nella sua misericordia.

Alleluia.

Vangelo

Viene Gesù, prende il pane e lo dà loro, così pure il pesce.

Dal vangelo secondo Giovanni

Gv 21,1-19

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Parola del Signore.


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