Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme

L’egual vita diversa urge intorno; cerco e non trovo e m’avvio nell’incessante suo moto (C. Rebora). Gesù sa mettersi in cammino dentro a situazioni di rifiuto, verso il gran rifiuto da parte degli uomini, verso la croce.

Una vita intorno che sembra volerti rifiutare e invece (l’invece di Dio) prendere ferme decisioni di starci dentro a questo rifiuto, estromesso dagli estromessi (i samaritani), per andare fino in fondo nelle scelte che l’amore libero e non condizionato prescrive. La croce appunto. Senza riserve di tempo e di affetti. Lascia che prima

Prescrizioni per amare quelle che Gesù, il Maestro della vita, oggi ci dona e ci richiede. Escluso dall’accoglienza dagli eretici samaritani (non dimentichiamoci che nel capitolo successivo all’odierno vangelo di Luca ci parlerà del “buon samaritano”), Gesù, non condanna, non punisce, non rifiuta, non fa scendere dal cielo un fuoco che consuma.

Se Giacomo e Giovanni (i discepoli?!) desiderano una distruzione degli altri che non capiscono, che non vedono il volto del Dio umano, non così Gesù: il suo volto è la trasparenza trasfigurata della misericordia in azione. Pioggia sui giusti e sugli ingiusti, calore benefico del sole sui cattivi e sui buoni. Fino all’estreme conseguenze.

E gli apostoli/discepoli anche loro non vedono, non vedono l’invece di Dio. Vogliono fuoco distruttore e non fuoco infiammatore. E qui Gesù li rimproverò. Rimprovero all’analfabetismo di tenerezza.

S. Girolamo, nella Vulgata, aggiunge al rimprovero di Gesù: voi non sapete di che spirito siete. Poiché il Figlio dell’uomo non è venuto a perdere le anime degli uomini, ma a salvare.

L’invece di Dio. Sempre. Sempre e solo per salvare. Alfabetizzazione di tenerezza. E qualcuno tenta di iscriversi a questa scuola.

C’è chi ne rimane affascinato, ma procrastina sine die la sequela. Ti seguirò ovunque tu vada. Forse perché deve metabolizzare il fatto che il Figlio dell’uomo non abita tane di volpi (i palazzi del potere, i cremlini di ogni religione), né nidi di libertà arbitrarie (quanti anche nei mondi della fede vivono le loro autonomie rivestendole di spiritualità!), ma dimora dove non ha proprietà: il volto dell’altro.

C’è chi è chiamato alla sequela direttamente dal Maestro seguimi ma ha la prosopopea di dettare i tempi e i modi a Dio per l’incipit delle sue scelte: lascia che prima. La fede vissuta incatenata a modalità passato: i morti e i loro riti. Padri morti di riti morti. Gesù vuole il presente. Senza condizioni.

C’è chi si progetta la sequela, ma altrettanto detta a Dio il suo progetto e, tenendo i piedi in due scarpe, condiziona agli affetti orizzontali le grandi scelte verticali dell’amare. Appeso sulla croce il Figlio dell’uomo dirà al Padre il tutto di se stesso: Dio mio, Dio mio perché? L’amare verticale che non conosce retrocessioni, retrovie, retroscene ma proietta in alto tutto se stesso. Nel dramma umano dell’amare nessuno poi si volge indietro.

E per questo amare non c’è condizione se non quella dell’amare. Non posso chiedere a Dio di assecondare i miei capricci, posso solo seguirlo per ambiti senza confini attraversando vie di futuro. L’eterno Dio.

Buona domenica.

XIII domenica del tempo ordinario – anno c

dmc 26.06.2022

Alleluia, alleluia.

Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta:

tu hai parole di vita eterna. (1 Sam 3, 9; Gv 6, 68c)

Alleluia.

Vangelo

Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. Ti seguirò ovunque tu vada.

Dal vangelo secondo Luca

Lc 9,51-62

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

Parola del Signore.


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