Trovarsi a rispondere a domande poste. Da se stesso. Che imbarazzo. Volendo mettere alla prova il tuo interlocutore, pensando di essere già depositario di verità e di sicurezze incontrovertibili. Che figuraccia si fa. Convinti che neanche Dio è nel giusto: la sua misericordia è ingiusta!
Il dottore della Legge vuole caparbiamente indagare, speculare le verità formali; vuole la sua volontà di essere confermato in ciò che vuole. Gesù dice convertitevi e credete nel vangelo (Mc 1,15), la volontà di Dio è convertire il cuore, è dirigere lo sguardo dove un uomo per caso, per puro accadere della vita, per caso appunto è bastonato dalla cattiveria umana. Non lo salvano le formalità sacerdotali e levitiche. Lo salva l’eretico Samaritano, che, ignaro del tempo ritualistico e rituale del tempio, dona se stesso alla cura di un uomo: qualsiasi, semplicemente un uomo, l’incarnato divino.
Credere nel vangelo è operare il vangelo. Fino in fondo. Seppur con le nostre fragilità. Il vangelo è credere che l’uomoè risollevabile. L’uomo è oltre la domanda sull’identità di prossimo. L’uomo è rel-azione.
Allora, per Gesù, la risposta alle domande leziose e cavillose è l’azione. La prossimità a ciò che per caso incontro è la cifra della misericordia in cammino. Per strada e per strada in modo narrativo Gesù mi riflette le scelte per credere nel vangelo: non me ne accorgo e passo oltre? O mi fermo, perdo tempo (prezioso!?) e spendo denari (ancor più preziosi!?) per un uomo sconosciuto?
Il vangelo delle verità si inceppa nella verità del mio essere o non essere custode dell’uomo. Sono forse io custode di mio fratello (Gen 4,9) già poneva la domanda Caino a Dio. Sì, è la risposta che Gesù vorrebbe dal suo discepolo.
Accorgersi che prossimo -senza articolo, ad indicare un’universalità della prossimità- è la creatura in ogni instante, in ogni fase, in ogni situazione di vita. Nella buona e nella cattiva sorte, non ci si prende cura solo dei correligionari e solo al tempio, ci si prende cura a tutto tondo. Bisogna convertirsi per credere a questo!
Invece un Samaritano, l’alternativa di Dio, invece, spogliatosi di ogni prerogativa razziale, etnica, temporale e spaziale, culturale e cultuale, dogmatica e etica (non si dice in certi ambienti non è conveniente?) nel viaggio della sua vita sa vedere e se prendere “la passione dell’accanto” su di sé.
Invece un Samaritano risponde con la misericordia in azione alla sua umanità. Cos’è essere uomo se non prendere la cura della famiglia umana, dei fratelli tutti?
La parabola mi inchioda nel concreto: prossimo è l’uomo che cura e curando coinvolge abbi cura di lui altri in questa evangelica avventura. Per caso.
Se per caso mi fermo e vedo le ferite di chi ho accanto avrò fatto così come l’eretico Samaritano. Avrò risposto bene. Vivrò. Di misera misericordia toccata.
La capovolta santità secondo il vangelo.
XV domenica del tempo ordinario – anno c
10.07.2022
dmc
Alleluia, alleluia.
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna. (Cf. Gv 6, 63c.68c)
Alleluia
Vangelo
Chi è il mio prossimo?
Dal vangelo secondo Luca Lc 10,25-37
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
Parola del Signore.