Nella piccolezza il tutto della grandezza. Al piccolo gregge il tutto del Regno. È come sempre il paradosso evangelico. Gesù incide fortemente sul senso di appartenenza al suo popolo “solo” attraverso la presa di coscienza di essere un piccolo gregge: fondamento epistemologico della fede, “solo” essendo piccoli e bisognosi di tutto, pecora perduta ed agnelli indifesi, si sviluppa la coscienza ecclesiale dell’essere figli e figlie di un Crocifisso a cui il Padre dona la resurrezione.
Quanta paura ci fa questa piccolezza, questa “non maggioranza”, questa insignificanza, questa croce. Al punto infatti che lui stesso ci dice con insistenza: non temere. E quanto siamo timorosi, e quanto siamo restii a crederlo fino ad attivare invece percorsi di “autodifesa”, formando invece generazioni clericali con ideologie di (stra)potere e di contrasto violento a chi diversamente pensa e diversamente crede.
Il timore di essere minoranza diviene un idolo per cui lottare con ogni mezzo. Il timore è un dio a cui prostrarsi per guerreggiare contro l’infedele oppositore. “Dal dio del timore al timore di Dio” (S. Fausti).
Per tutto ciò Gesù racconta per noi l’ennesima parabola in cui l’azione di padroni che divengono servi e l’azione di servi che divengono padroni, sono la testimonianza verace di un credere nella potenza della debole piccolezza che si articola nel servire. L’azione prima della contemplazione. Il servire prima della gloria della resurrezione.
L’azione: catechesi credibile per aprire le porte della fede.
L’amministratore fidato e prudente, Lc scrive l’economo fedele e saggio, risulta essere il discepolo, che si rende conto che tutto ciò che gli è stato messo nelle mani è frutto, unico, di una incommensurabile generosa gratuità. Senza meriti propedeutici. E ciò che gli è posto nelle mani è la razione, il grano da distribuire sempre e a tutti (anche ai nemici!) e sempre gratuitamente. Sempre, di notte e di giorno, nell’ora buia e nell’ora dell’alba, nell’ora del dolore e nell’ora della gioia. E sempre nella gratuità del gesto.
Beatitudine della condivisione. Lo spezzare il pane della fedeltà a Dio e fedeltà all’umanità. Economia della condivisione a favorire la “destinazione universale dei beni creati”. Lo spezzare il pane nella razione della gratuità condivisa è la vera elemosina, la vera giustizia (in ebraico il termine elemosina ha questo significato), che il discepolo saggio sa amministrare. “Non vi è giustizia sociale in grado di affrontare l’iniquità che presupponga la concentrazione della ricchezza” (p. Francesco).
Ha uno stile unico questo economo della economia generosa e rigenerativa, non ha proprietà da difendere vendete tutto;si cuce borse inconsuntili fatte unicamente di virtù di accoglienza, capaci di infinito contenere;
ha vestiti cinti ai fianchi per essere misericordia in azione e lampade accese ininterrottamente. È ed ha la libertà di essere un uomo del servizio. Il servizio allora è la libertà dell’uomo.
Padrone e servi si identificano nell’economia della libertà. Il reddito è prodotto dal sostenere in continuità le fragilità e i bisogni dell’altro. Anche nell’ora che meno te l’aspetti, anzi proprio nell’ora che non ti aspetti.
Dio viene, Dio accade, Dio si affianca quando il discepolo, economo di giustizia, amministra con sapiente comprensione la porzione/razione di creato che gli è affidata, anche nella fatica, anche nel disagio, anche nel dubbio, anche nella fuga verso Emmaus, anche mentre viene il ladro a rubare la giustizia, anche nel paradosso dell’ingiustizia.
Chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato (Mc 13,13) con la passione delle pazienze (M. Delbrel), servendo i fratelli e le sorelle coscienti di rimanere piccolo gregge assediato all’infedele ed ingiusto lupo che percuote, mangia e beve e si ubriaca. E da piccolo gregge nutrito dalla fede al suo Signore si salverà il mondo dalla famelica avidità.
Buona domenica.
domenica XIX del tempo ordinario
dmc 07.08.2022
Alleluia, alleluia.
Vegliate e tenetevi pronti,
perché, nell’ora che non immaginate,
viene il Figlio dell’uomo. (Mt 24,42a.44)
Alleluia.
Vangelo
Anche voi tenetevi pronti.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 12,32-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.
Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Parola del Signore.