Un incontro di pienezza,
colmo di futuro.
Presente
di grazia,
di gioia,
di accoglienza tra donne,
di danza tra feti,
di esultanza tra madri,
di vissuti di fede,
di speranze attive,
di amori sterili e gravidi,
di grembi vergini e impregnati,
di benedizioni femminili,
di beatitudini pulsanti.
Per tutto ciò:
gridare la vita.
Presente.
La vecchiaia di Elisabetta
divenne la fecondità
della voce:
tempo nuovo e giovane di Dio.
Presente.
L’adolescenza di Maria
l’inimmaginabile volto
della potenza dell’Altissimo.
Incarnato presente.
Donne per Dio,
figli per l’umanità redenta.
Esclamò l’anziana,
sussultò il creatore creato,
magnificò l’umile ragazza.
Le tenebre sono illuminate.
Adesso.
feria propria del 21 dicembre
mercoledì 21.12.2022
Alleluia, alleluia.
O Astro che sorgi,
splendore della luce eterna, sole di giustizia:
vieni, illumina chi giace nelle tenebre
e nell’ombra di morte.
Alleluia.
Vangelo
A cosa devo che la madre del mio Signore venga a me?
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,39-45
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Parola del Signore.