Io sono il pane vivo, disceso dal cielo

Buona domenica a Tutte e Tutti Voi, nella solennità del Corpo e Sangue del Signore (Corpus Domini), che celebriamo senza processione, già come avvenne l’anno scorso quando fui ricoverato e vennero sospese le processioni.

Un anno è passato nella vita della nostra fede, un anno per la vita della nostra fede: mesi di assenza, i miei da Voi, e mesi di presenza ma con distanziamento fisico e chiusure.

Oggi siamo insieme, ancora con un po’ di preventiva protezione, eppure Lui il Signore ci viene incontro senza protezione, né fisica né normativa, per donarci tutto se stesso: viene a noi come pane vivo.

Discende dal cielo, cioè da un luogo celato si rende vivo in mezzo a noi perché noi Lo possiamo gustare.

Un pane ed un vino, che resi Corpo e Sangue dallo Spirito Santo, alimentano la nostra vita fedele.

E parlerò indistintamente di Corpo e Sangue, pane e vino, perché l’uno sta nell’altro viceversa, unico Cristo Signore.

Corpo e Sangue per vivificare ogni realtà.

Forse in questi mesi di chiusura abbiamo capito come ci era indispensabile l’Eucarestia per il cammino, come era indispensabile nutrirci di Lui per poter combattere la battaglia della vita: “sine dominico non possumus” (senza la domenica non possiamo vivere) dicevano i martiri di Abitene. Forse…

O forse ci siamo accorti che di fatto non ci mancava il nutrirci di Lui, ma semplicemente solennizzare e ritualizzare degli incontri tra noi, trovarsi alla domenica mattina o peggio al sabato pomeriggio (perché così alla domenica sono libera/o!) per fare due cetti (pettegolezzi alla genovese), accendere una candela per i “miei” morti, una preghiera alla madonna per i “miei” figli e nipoti, e via… e il gioco del ritualismo è fatto.

O forse ci mancava il ser-“vizio” all’altare che sempre abbiamo svolto (da settanta/ottantanni!); ma Lui non è venuto nel mondo per inventare liturgie, ma fratelli liberi e amanti (E. Ronchi).

O forse ci è mancato accorgerci del senso di queste assenze per accorgerci della presenza del Deus absconditus, il Dio nascosto e Dio in noi, in noi essenzialmente. Accorgerci come il bacio degli innamorati che rende vivo tutto il corpo e l’anima: qualcosa di esterno che ha un potere spirituale tangibile e sperimentabile.

Allora, con Voi, vorrei implorare al Signore la grazia di una conversione in radice che ci faccia gustare la freschezza di una nuova primavera dello Spirito, che ci faccia sentire figli/e del mondo, fratelli/sorelle in umanità dell’umanità, che ci faccia assaporare la dolcezza della Sua tenerezza divina, che ci faccia banchettare al Suo perdono, che ci faccia tornare illuminati nella luce battesimale.

E per tutto ciò Tu Signore mi dici che basta mangiare e bere Te, anche fosse un’unica volta nella vita ma che questa sia vera, e la conversione avverrebbe, anche con una sola goccia del Tuo Sangue, s. Tommaso d’Aquino cantava in Adoro Te devote “cuius una stilla salvum facere totum mundum quit ab omni scelere” -con una goccia salvi il mondo da tutto il peccato-, e comprenderemmo la potenza redentrice di questa imponderabile piccolezza.

Pane vivo per vita viva.

Quanto lo bramo e quanto lo dimentico.

Mentre non posso dimenticare il santo card. Van Thuan, che ebbi la grazia di conoscere e con cui mi confessai. E non dimentico come lui non si dimenticasse di Te, nei suoi nove anni di carcere sotterraneo d’isolamento, nutrendosi di una briciola di pane e una goccia di vino: eucarestia di vita.

Allora è possibile con umiltà mangiare e bere di Te, per farci miti e umili di cuore come Te, accostarci al mistero della conversione in cui tutta l’umanità possa respirare il profumo della santità; santità che è dare all’altro la sua dignità umana, non per carità né per giustizia, ma perché è semplicemente umano, naturalmente somigliante alla immagine di Dio misericordioso, lento all’ira e potente nel perdono.

Allora è possibile avanzare nella santità da dignità dell’altro a dignità del creato (cfr l’enciclica Laudato sì di papa Francesco); santità che nel suo addivenire e nella sua evoluzione scopre di essere nucleo pulsante e pensante la vita per il creato. Liturgia di vita.

“L’unica rivoluzione possibile è quella di migliorare se stessi…” (G. Brassens) per essere santi, abbeverati dal Tuo Sangue, sfamati dal Tuo Corpo.

Pane vivo, sangue vivo per la vita viva.

solennità del corpo e sangue del signore

domenica

14/06/2020

Antifona
Il Signore ha nutrito il suo popolo

con fior di frumento,
lo ha saziato di miele della roccia. (Sal 80,17)

Prima Lettura
Ti ha nutrito di un cibo, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto.
Dal libro del Deuteronòmio (Dt 8,2-3.14b-16)

Salmo Responsoriale
Dal Sal 147
R. Loda il Signore, Gerusalemme.

Seconda Lettura
Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (1Cor 10,16-17)

SEQUENZA

Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev’essere gettato.

Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell’agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.

Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.

Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Io sono il pane vivo disceso dal cielo, dice il Signore,

se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. (Cfr. Gv 6,51)

Alleluia.

Vangelo

La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,51-58)

Antifona alla comunione

Dice il Signore: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue,

rimane in me e io in lui. Alleluia. (Gv 6,56)


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