E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca

Un solo bicchiere d’acqua fresca, gesto minimo, minimale, economico, che sa appunto di freschezza, di purezza, di limpidezza: e da molto non lo dò.

Non riesco innanzitutto a darlo a chi non conosco, e se poi mi lascia il bicchiere contagiato…e se poi mi frega?… ma neanche a chi conosco lo dò, ho troppo da fare sono impegnato…

Tutta una questione di meritevolezza: degno di essere discepolo.

Anche il povero, anche il misero può dare un bicchiere d’acqua, e lo dà: questa è la Tua grande sapienza Signore, hai dato ai poveri la possibilità di essere ricchi di cielo per un solo bicchier d’acqua dato nel Tuo nome: senza teologie, senza liturgie, senza catechismi (e sappiamo che ogni “ismo” è una esasperazione tendente al negativo), solo in Tuo nome: ogni uomo ne è degno e capace.

Certo è che per imparare questa dignità mi chiedi di anteporre, meglio, di fondare la mia vita su di Te, prima di ogni affetto, prima di ogni relazione, prima di ogni scelta e come vedi… non lo so fare…

Che disastro…

sono convinto che se antepongo le mie umane relazioni, funzionali ed interessate, la mia vita sia migliore, determinata e autonoma: quanti fallimenti eppure non Ti credo.

Meglio prima il quotidiano a mio modo e consumo, poi, solo poi, il Tuo pane quotidiano. Primum vivere deinde filosofare… e così che ci insegna il mondo.

La degna dignità del discepolo è fondata solo su Te, che suggerisci sussurrando di portare ogni giorno la propria croce; e qui quante male interpretazioni, quanta maleducazione ci è stata trasfusa: la croce vista come una sofferenza atroce e mortifera che solo degli eroi mitici -Sisifo!?- sanno portare.

E infatti tutti ci allontaniamo da una stacanovistica croce “non-simbolo” (dia-bolo!?) di sofferenza e dolore.

Anzi abbiamo abbandonato una croce trasmessaci ed impostaci, “non-simbolo” (ripeto dia-bolo!?) di perpetuo sanguinare e morire ed offensiva per chi non la sa portare.

La croce non è morte, dici Tu al contrario dei “teologi della condanna”, ma amore che ogni giorno si rigenera e rigenera, si ritempra e ritempra nella fatica della vita.

Tu non hai mai chiesto sacrificio mortale di vita, sei il Sacrificio da sempre e per sempre offerto per la nostra salvezza (cfr Credo), chiedi solo l’oblazione pura e santa (canone romano) di un amore fresco condiviso e responsabile per l’umanità tutta: un solo bicchiere d’acqua fresca.

Tu hai detto che sei venuto per fare la volontà del Padre Tuo il quale vuole che nulla vada perduto di tutto ciò che Ti ha dato, che sei venuto perché abbiamo la vita e l’abbiamo in abbondanza, perché la nostra gioia sia piena (cfr vangelo di Giovanni).

Tu non offendi, Tu proponi una visione sempre altra delle realtà: la croce Tu si che l’hai portata e non per Te, ma per noi, quella non era la Tua/nostra croce quotidiana, bensì la gloria di una vittoria sul male del mondo. E Ti sei fatto anche aiutare dal Cireneo (un libico!?), come a dire che l’amore o è in condivisione sempre o non è.

Sei venuto perché si capisca meglio che perdere è trovare: la Tua evangelica scuola ci scuote e rivoluziona ogni nostra logica e grammatica. Chi può perdendo trovare? Chi può morendo vivere? Chi può servendo regnare? Chi può assentandosi presenziare? Chi può spogliandosi essere rivestito di luce? Chi può facendosi mordere da un serpente rimanere in vita? Chi può scalzandosi camminare le vie del mondo?

Tu hai risposto: il “mio discepolo” può, anche per un solo bicchier d’acqua fresca dato, questi può tutto.

Freschezza di un’utopia realizzata, freschezza di un sogno edificato, freschezza della Parola incarnata, freschezza della storia bimillenaria di santità. Storia di familiarità accogliente.

Meritevolezza di dignità: umana gestazione divina.

Degni di amare perché amati nella dignità. Accolti dall’accoglienza. Sorgente fresca.

Buona domenica

Liturgia della Parola

domenica 28.06.2020 XIII T. O.

Antifona

Popoli tutti, battete le mani,

acclamate a Dio con voci di gioia. (Sal 46,2)

Prima Lettura

Costui è un uomo di Dio, un santo, si fermi da noi.

Dal secondo libro dei Re (2Re 4,8-11.14-16)

Salmo Responsoriale

Dal Sal 88 (89)

R. Canterò per sempre l’amore del Signore.

Seconda Lettura

Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti con lui: camminiamo in una vita nuova.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 6,3-4.8-11)

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa;

proclamate le opere ammirevoli di colui che vi ha chiamato

dalle tenebre alla sua luce meravigliosa. (Cfr. 1Pt2,9)

Alleluia.

Vangelo

Chi non prende la croce non è degno di me.

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,37-42)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me.

Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.

Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.

Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto.

E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa”.

Parola del Signore.

Antifona alla comunione

Chi avrà perduto la sua vita per causa mia,

la troverà, dice il Signore. (Mt 10,39)


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