Ed ecco una donna Cananèa

Ed ecco ci accade di inciampare in uno scandalo, Gesù incontra una donna pagana, Cananèa, la quale urlando insiste per essere ascoltata.

Triplice scandalo, Gesù decide di andare oltre la Galilea per “visitare” i nemici stranieri confinanti infedeli e “mediorientali”, l’attuale Libano (e non possiamo esimerci, in quanto discepoli credenti, dal preoccuparci per esso in questa drammatica attualità beirotina), non dimenticando che Gesù già di per se stesso è di natura ebraica mediorientale; Gesù trova una donna pretenziosa, strillante (penso già a certe nostre liturgie in cui ci permettiamo di zittire chi parlotta od addirittura qualche bimbo che fa notare la sua presenza); Gesù è messo alle strette riguardo alla pratica di fede e alla religione.

Rivediamo ogni singolo scandalo.

Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne: presso i nemici del nord, eretici, pagani, ma come al solito il Signore sceglie di cambiare le carte in tavola, è un baro? Non c’è norma che lo fermi, non c’è norma che lo vincoli e va a toccare con mano la diversità, va a farsi contaminare, vuole lui stesso sperimentare quanto sia antievangelica l’ideologia che lo straniero sia il male assoluto, sia l’untore.

Una donna Cananèa … si mise a gridare: che brutta figura per i soliti discepoli formali e perbenisti, formati alla scuola del luogo comune, formati alla scuola del “non è conveniente”; e cosa conveniva a Gesù morire in croce? Non fece forse brutta figura davanti ai Farisei, al Sinedrio, a Erode Antipa, a Ponzio Pilato? A Lui conveniva l’umanità! Questa donna grida però una verità di fede Figlio di Davide pietà di me: l’uomo Gesù, nomade pellegrino in terra straniera, è riconosciuto Messia, l’Unto inviato dal Padre; è riconosciuto Re in tutta la sua augusta regalità annunciata dai Profeti; è riconosciuto Dio pietoso che ascolta il grido dei poveri e salva. A Lui conviene la salvezza. E la griderà Lui stesso sulla croce: Padre perdonali.

Ma certo in questa vicenda qualcosa rende più scandaloso il tutto: Gesù sembra di fatto non voler salvare, non voler incontrare la donna, non voler esaudirla, non voler ascoltarla! Sembra che, i benpensanti discepoli, proprio loro, nonostante quella convenienza sconveniente di cui sopra, intercedano con il Signore; il quale intessendo con loro un dibattito teologico sulla salvezza, sottolinea la “necessità” di un impegno circoscritto etnico-nazionalistico non sono stato mandato se non alle pecore … d’Israele: non si possono mica sprecare le nostre risorse etiche e morali e religiose per chi non è dei nostri. Religione del potere, religione di Stato.

A questo serrato ed imbarazzante dibattito risponde lei, la donna, la pagana, l’eretica, la piazzaia e la madre; ci aveva già dato prova di sé e della sua sapienza di vita nell’urlo d’incontro ed ora replica con una sublime lezione sulla materna misericordia divina: anche le briciole sono lo stesso pane, sono lo stesso corpo, sono la stessa famiglia umana. Anche le briciole sono tra quelle cose che il Padre ha dato e che nulla tra esse vada perduto (cfr vangelo Giovanni).

Touché, Gesù è trafitto, è colpito? Gesù si fa discepolo di una donna che “gli rivela” il senso del suo essere Messia. Gesù si lascia insegnare!

I discepoli di Gesù come al solito non con-prendono, non sono pronti (quando mai!?) a cogliere, insieme agli altri, la presenza misterica e salvifica e reale e fenomenica dell’incontro appunto con gli altri: Gesù, volto presente dell’universale amore, con questa vicenda passando “umilmente” da retrivo reazionario, mostra la verità, è la Verità per noi, del nostro voler essere cristiani: spalancare le porte all’umanità!

Passare da stupido per essere intelligenza di Dio che cura.

Ecco la Cananèa svela al mondo il volto di Dio Padre, che, attraverso un suo incontro fortuito imbarazzante e scandaloso con il Figlio, volto del Padre, salva ogni uomo. Senza norma, senza religiosità del tempio, senza pratica di fede.

La Cananèa ottiene lo sguardo di Gesù –avvenga per te– per la grande fede intima –quello che desideri– e pubblica al tempo stesso –grida, pietà di me Signore-. Il Signore passa da uno scontro acerbo all’incontro con una madre, dall’insulto cagnolini/cagna alla lode magnifica grande è la tua fede. Cammini di fede sperimentati e sperimentabili. Gradualità del cammino.

Il miracolo della fede avviene nel cuore di una donna ed il Signore indica la grandezza della fede di lei: quale? Quella dei padri, dei riti, del tempio, delle regole, delle norme, delle discipline, delle teologie (pre/post concilio); quella etnica, quella (asservita alla) politica, quella nazionalistica, quella movimentistica, quella congregazionistica; quella delle piazze, delle (oceaniche) assemblee?

O quella semplicemente e per questo scandalosamente fede di una madre, che conosce le viscere di misericordia di Dio, fede di una donna che urlando grida la necessità d’amore per la figlia?

Il miracolo della fede spontanea ma quanto mai ortodossa in Cristo Signore, il miracolo della sapienza del cuore che legge nella crisi degli accadimenti del quotidiano –mia figlia è molto tormentata da un demonio– la possibilità di svolta, di conversione.

Molto tormentati dai molti demoni (pan-demia), intossicanti le nostre scelte, sappiamo urlare la fede per trovare l’Unico Dio Signore?

O sottovoce bisbigliamo inespressive preghiere rimanendo incatenati a demoniche religiose malattie?

La donna madre Cananèa ci dice: è (sì) vero Signore! Ci dice che la verità sta nella fede in Lui, sapienza divina abitante l’umana natura. La pan-demia è distrutta solo nel/dal cuore libero che sceglie con coraggio l’Unico Signore.

La libertà della fede in un grido: e da quell’istante sua figlia fu guarita. Da quest’istante scegliamo la libertà.

Buona domenica Amiche e Amici.

domenica XX T. O.

dmc16.08.20

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Gesù annunciava il vangelo del Regno e guariva ogni sorta di infermità nel popolo. (Cfr. Mt 4,23)

Alleluia.

Vangelo

Donna, grande è la tua fede!

Dal Vangelo secondo Matteo Mt 15,21-28

In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne.

Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». “È vero, Signore”, disse la donna, “eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”.

Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri».

E da quell’istante sua figlia fu guarita.

Parola del Signore


%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: