Questo, care Amiche e cari Amici, è il kerigma, l’essenzialità, la scaturigine e la centralità della nostra fede.
Il kerigma è il primo annuncio apostolico, fondato su un “dovere” di Dio, su una sua necessaria obbligatorietà: Lui doveva subire tutto ciò –passione morte e resurrezione– per rivelare al mondo la sua misericordia, il suo perdono.
Ma innanzitutto doveva andare a Gerusalemme -la città dell’identità religiosa, la città della Pace (?), la città del potere (roma, erode, caifa), la città della giustizia (pilato, sinedrio), la città della “Presenza” (al tempio?)- per compiere la storia: tutto è compiuto (giovanni 19,30).
Dio doveva andare a Gerusalemme per distruggere un/il tempio che era, sì, tra le meraviglie dell’antichità classica, ma non era più la tenda –Presenza– da Lui abitata; non perché venuto meno all’Alleanza di Abramo, non perché venuto meno all’Alleanza dei Padri, non perché venuto meno all’Alleanza di Mosè ma perché i poveri (gli anawim di Israele) uomini e donne e bambini e malati e orfani e vedove e zoppi e ciechi e storpi e lebbrosi e paralitici e morti e stranieri (non figli di Abramo) e ogni bisognoso di ogni bisogno (amore primariamente) insomma tutti loro, non lo potevano abitare. L’Alleanza è stata tradita da parte dell’uomo che crede (atto di fede!) di servire Dio selezionando gli adepti.
Doveva andare a Gerusalemme per distruggere un/il tempio appannaggio di caste sacerdotali e di poteri regali per far abitare all’umanità il tempo della vita.
La logica “distruttiva” di Dio, urlata per secoli dai profeti, stava per compiersi: distruggere il tempio della tradizione per riedificare il tempo della grazia.
Ma Pietro non vuole e prende in disparte Gesù e lo rimprovera, non può lasciarci indifferenti questa storica sottolineatura di Matteo: come può un uomo appena prima investito dallo Spirito nella professione di fede Tu sei il Cristo il Figlio del Dio vivente e di un primato, ora pretendere d’essere maestro castigatore di Dio e di volerlo “prendere in disparte”, per sgridarlo, per sottrarlo, per possederlo sugli altri?
Dio, l’incarnato Dio, rimane pur sempre l’inafferrabile Dio che, come abbiamo già notato, non vuole abitare spazi decisi/determinati dal potere, non vuole abitare spazi architettonici artistici, non vuole abitare spazi di circoscrizione (ecclesiastica) etnica: Dio vuole abitare l’uomo.
Ecco il punto dolente e meravigliosamente salvifico per noi umanità, la necessità tutta divina di una volontà divina di voler abitare il tabernacolo-umanità senza norma senza codice senza autorizzazione: liturgia per l’uomo.
Volontà divina di voler soffrire molto da parte degli anziani e dei capi: la sedicente/seducente/saccente tradizione non accetta il cambiamento, liturgia del potere a-liturgia per l’uomo.
E essere ucciso: togliamo di torno Dio e viviamo meglio; Lui giudica il nostro malvagio operato; via Cristo dalla vita pubblica, è solo sfera del privato e in più c’è la privacy; teniamo solo i vuoti simboli della cristianità; brandiamo rosari/bruciamo incenso sugli altari del tempio ed il “nostro popolo” sarà con noi e per noi. E i poveri di cui…
E risorgere il terzo giorno: il tempo –tre giorni– di Dio in cui tutto è ricreato, in cui poveri uomini povere donne e poveri bambini partecipano della nuova umanità, senza biglietto d’ingresso.
Rito celebrato da Dio stesso e non da una a-liturgia anticamente normata e avulsa da un umano coinvolgimento.
È Cristo che interviene per rinnovare la storia, ma prestiamo attenzione per non lasciarci trarre nel satanico inganno del miracolismo, anche i Corinzi, tanto amati da Paolo erano caduti nel tranello dell’entusiasmo dilagante: tanto ci pensa Dio.
No, griderebbe K. Barth. No Dio “non ci pensa” Lui passò attraverso la sua passione per farci intendere quale strada seguire per veramente amare e servire i poveri: nel dover la passione è lo scandalo, cioè proprio l’inciampo in cui cadere e non riconoscere il Dio misericordioso, ma voler un dio assolutista e proibizionista, “satanico” per cui Cristo dovrà con rabbia e dolore dire va dietro a me satana.
Vai dietro satana non puoi e non riuscirai a farmi inciampare nella distorta visione. Non ragionare Pietro secondo il mondo -successo, carriera, privilegio- ma secondo Dio: stai dietro e sarai davanti.
Dio è servito amore ai figli e non servito dal culto dei figli. Libero servitore d’amore e non condizionato precetto di culto. Satana vuole che a lui ci si prostri, Cristo propone ai suoi discepoli di inginocchiarsi per lavare i piedi gli uni agli altri.
Nella vita della passione la passione della vita: donando con amore culto di servizio ricevere il servizio di un culto d’amore.
Difficile certo, ma l’incontro con il Dio che per me soffre è gioia pura rispetto ad un’umanità satanica che fa soffrire il povero.
Difficile certo, ma non posso perdere la gioia.
Vado dietro a Gesù Cristo per stare davanti alla mia libertà.
Kerigma di vita.
Buona domenica a Tutte e Tutti.
domenica XXII T. O.
dmc 30.08.20
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo illumini gli occhi del nostro cuore
per farci comprenderea quale speranza ci ha chiamati. (Cfr. Ef 1,17-18)
Alleluia.
Vangelo
Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 16,21-27
In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».
Parola del Signore