chiama i lavoratori

Amico, io non ti faccio torto: il Signore ci assicura, attraverso la sua giustizia incarnata che non ci tradisce, che non ci truffa; è la nostra visione egoistica che truffa il mondo reclamando e accampando diritti sempre di primogenitura (nord del mondo contro sud del mondo, est contro ovest) e richiamando incessantemente alla riconoscenza di meriti prodotti: un pil religioso.

Lui non ci fa torto, lui ci sta insegnando a costruire il regno dei cieli che agogniamo, che predichiamo, che pretendiamo ma, alla “resa dei conti “, alla distribuzione delle ricchezze prodotte ci arrabbiamo, inveiamo contro a chi, secondo noi mai secondo Dio, non è degno.

Concretezza di bilancio, bilancio consolidato

nella dis-equità e pretendiamo il regno…

La sua (in)coerente equità indica invece la “terza via” dell’economia per una globalizzazione della dignità umana, né oppressi né oppressori, né schiavi né schiavisti, ma corresponsabilità ad educare alla vita perché ognuno sia degno di costruire il regno.

Lavoratori nella vigna produttori di ebbrezza di solidarietà.

cfr Mt 20,1-16

domenica XXV settimana T. O.
dmc 20.09.20


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