Il padrone quando dunque verrà? quei malvagi, li farà morire miseramente…
Ma qui sta già la differenza, il delta tra il nostro umano (bestiale) modo di applicare la legge della vendetta li farà morire ed il methodos (methà odòs oltre la via, attraversare la via, camminare nella via: metodo) del padrone-Padre (divino) di non far morire nessuno ma di spalancare il regno all’infinito eterno.
Nella parabola raccontata, Gesù magistralmente ci conduce a ragionare secondo logiche di storie passate, i verbi sono tutti al passato remoto, forse per stimolarci a rileggere sempre le nostre storie vissute in cui malvagità e desiderio di benignità nella vita futura si amalgamarono, avendo reso, a volte, contraddizione e ambiguità la cifra del vivere (esame di coscienza?); invece coniuga il verbo al futuro, avranno rispetto, quando l’uomo-padrone-Padre decise di mandare il Figlio ad indicare la scelta sempre prossima e reformanda di accoglienza e di ri-conoscenza, scelta di conversione e di perdono rinnovato.
Decisione del Padre, caparbia e ostinata, disattesa comunque troppe volte, etsi Deus non daretur (come se Dio non ci fosse), da una umanità che predilige essere schiava di una scelta di (il)libertà piuttosto che essere libera in una servitù di fraternità: nell’ “avranno rispetto” abita la pienezza della speranza dell’uomo-Padre di attendere la conversione dei contadini bestiali in umani custodi della vigna, collaboratori di fruttificazione planetaria.
cfr Mt 21,33-43
domenica XXVII T.O.
dmc 04.10.2020